“UN GIORNO FARETE COSE PIU’ GRANDI DI ME”…Giovanni,14-12
Nel trafiletto, tratto da focus.It: Un mondo a quattro, o a più dimensioni , abbiamo letto, come si potrebbe tranquillamente entrare ed uscire da casseforti blindate, buncker atomici, essere invisibili e trovarsi in più luoghi contemporaneamente. Azioni, che NEL NOSTRO SPAZIO TRIDIMENSIONALE verrebbero denominate con l’appellativo di MIRACOLI O MAGIE. Spesso, mi è capitato di sentire chiamare in modo sprezzante CRISTO, come UN MAGO, UN CIARLATANO, L’APPRENDISTA STREGONE…La natura divina di Cristo, fa sì, che i suoi miracoli si equivalgono alle qualità intrinseche di un mondo a più dimensioni, nel Vangelo Egli stesso dice: “il mio regno non èquesto mondo; (Giovanni 18, 36). Gesù cambia aspetto e la Maddalena lo scambia per l’ortolano. (Giovanni 20,15). I due discepoli sulla strada di Emmaus, non lo riconoscono; (Marco 16,12- Luca 24,16) capiranno chi è, soltanto nel momento in cui Gesù spezza il pane. (Luca24, 31). Entra e appare all’improvviso, a Pietro e poi agli Apostoli, chiusi in casa con le porte sprangate per paura dei Giudei (Luca 24, 36; Marco16,14; Giovanni 20, 19). Otto giorni dopo ai discepoli riuniti, questa volta insieme a Tommaso, nella medesima casa di nuovo a porte chiuse, Gesù appare allo stesso modo. Per quanto appaia e scompaia e passi attraverso muri e porte chiuse, cambiando spesso aspetto, il corpo di Cristo risorto si rivela capace di assumere una forma concretissima e di agire nella normale maniera di un corpo fisico organico. Gli episodi di chiaroveggenza di Cristo, spesso raccontati nel Vangelo, come ad esempio, l’annuncio del tradimento di Giuda e la rinnegazione di Pietro, sono sempre collocabili, in quella dimensione atemporale, dove una successione di eventi, passati, presenti e futuri, sono COMPRESENTI. Cristo, potendo attingere continuamente alla fonte del PADRE, era in grado di avere queste rivelazioni con estrema naturalezza, anche se pregava incessantemente IL PADRE, prima di ogni miracolo o rivelazione. Come CRISTO-UOMO, egli doveva creare comunque un canale osmotico con il Padre, non essendo ancora stato GLORIFICATO attraverso la morte e risurrezione. I santi, sono strumenti nelle mani di Dio e sono plasmati dallo Spirito Santo, sono uomini e donne che si svuotano di ogni vizio, ego, passioni, per riempirsi di Dio, sono un tutt’uno con la preghiera e creano un canale anche loro, per ricevere le illuminazioni piu’ alte; alcuni riescono a compiere le stesse gesta di Cristo: la levitazione, come quando Cristo camminava sulle acque o l’Ascensione al Cielo, il digiuno prolungato (inedia), senza danni al proprio fisico, la bilocazione, la chiaroveggenza, ecc…Tutti questi fenomeni mistici, sarebbero normali qualità, in un mondo quadrimensionale, o a più dimensioni, al di fuori delle leggi della fisica a noi conosciute, e si coniugano perfettamente con una realtà Divina. Dio ovviamente, per testimoniare la Sua presenza attiva nel mondo, si avvale anche di persone comuni, donando loro dei carismi particolari come il linguaggio della sapienza, il linguaggio della scienza, il dono della fede, il dono della profezia, il dono del discernimento degli spiriti…S. Paolo 1° lettera ai Corinzi…Aveva detto giusto…“Un giorno farete cose più grandi di me”.
Per chi mi sta seguendo in questi fioretti, avrà capito che passo, dopo passo, cerco di unire tanti pezzettini facenti parte di un unico grande puzzle: è accaduto per la spiegazione dell’Incarnazione ed ora, per il REGNOMETAFISICO di Dio. Una mia cara amica, mi ha detto che voglio abolire il Catechismo, è vero che tutto ciò che è stantìo e che non produce frutto, non mi piace; ma non si può buttare via il bambino con l’ acqua sporca! Nel Catechismo della chiesa cattolica, c’è il fondamento di una religione in cui si sono espresse le menti più alte ed eccelse, giammai vorrei questo! Sta di fatto però, che con il passare dei secoli, alla luce delle nuove conoscenze e con il progredire delle scienze, una revisione su certi punti bloccati dai dogma, vanno rivisti in chiave moderna. I miracoli di Gesù, spiegati attraverso la conoscenza di mondi a più dimensioni, quanto sarebbero più creduti dall’ homo sapiens sapiens? Per chi ha il dono della fede, queste cose non servono, ma per gli altri, per coloro che non credono, o sono disinteressati che si fa? La parabola della pecorella smarrita ci viene in aiuto: Gesù lava a cercare! Ecco perché è necessario unire le Sacre Scritture antiche, con una nuova interpretazione moderna, insomma, non possiamo affermare che il mondo è fatto in sei giorni per c’è scritto nella Bibbia!
Questo è il mio fioretto di oggi
Vi auguro che lo Spirito di verità illumini le vostre menti.
DIO SI COLLOCA IN UN ‘ALTRA DIMENSIONE, AL DI FUORI DEL TEMPO E DELLO SPAZIO, DOVE OGNI PASSAGGIO TEMPORALE DAL PASSATO AL FUTURO SI FA COMPRESENZA ETERNA
Il Cielo di Dio “oltre allo spazio tridimensionale che costituisce il nostro mondo, potrebbero esistere dimensioni aggiuntive, invisibili, che conterrebbero il nostro mondo così come un libro illustrato contiene una singola pagina e che potrebbero contenere anche altri mondi diversi dal nostro”. Tratto da: focus.it- le dimensioni nascoste dell’universo”.
“Il Cielo” di Dio si colloca, a ragion di logica, in uno spazio quadrimensionale, o a più dimensioni ( come e’ stato descritto sopra ) e quello che a noi umani PARREBBE MIRACOLOSO, in quella dimensione sarebbe del tutto naturale. In un’altra dimensione e’ possibile spaginare “il libro che comprende tutti i segreti della Natura e la storia della vita e dell’ esperienza umana” e, contemporaneamente avere una visione in grado di leggerla con uno solo sguardo, in un medesimo istante. Gli eventi letti appariranno, sì, contemporanei ( in quanto colti in quell’unico sguardo) ma insieme successivi (nel loro svolgimento). In questa dimensione al di fuori del tempo e dello spazio, ci troviamo di fronte ad una successione di eventi, passati, presenti e futuri, IN UN’UNICA VISIONE CONTEMPORANEA. E questo TUTTO, così com’è compreso nell’unità di una sola e medesima visione, è posto in atto da un solo e medesimo volere: DIO. LA MENTE DIVINA contempla simultaneamente tutti segreti della Natura, i fatti e gli avvenimenti della storia umana, ma senza determinarli, senza abolirne la liberta’. Ogni atto dell’uomo nel tempo e ogni accadimento della Natura non sono per nulla “scritti”, ma “si vanno scrivendo”, in contemporanea, in quell’eternità che è simultanea all’intera successione di ogni singolo evento. L’ AUTORE del romanzo della Vita, non è però, spettatore passivo della storia, ma anzi è parte integrante: QUI TUTTI SONO UNO, E DIO SIAMO TUTTI NOI. La storia degli uomini che viene scritta nel TEMPO, è libera e viva, in quanto NULLA vi è di PREDETERMINATO nel senso di precondizionato. L’ opera è scritta a più mani: a molte mani; la scriviamo tutti insieme, Creatore e creature. E’ un romanzo che L’AUTORE, in un certo modo, lascia ai suoi protagonisti, la libertà di scrivere la storia che ognuno vuol raccontare, senza seguire un copione già scritto. Ogni divenire, ogni passaggio temporale DAL FUTURO AL PASSATO SI FA, COMPRESENZA ETERNA.
L’aveva capito benissimo Dante, Giordano Bruno, Roberto Benigni e chissà quanti altri di cui io non sono a conoscenza. L’aveva capito il Prof. Filippo Liverziani di cui ho fatto in questo scritto, un umile riassunto, tratto da uno dei suoi “Quaderni della speranza”. “Dio sarà tutto in tutti”(1Corinzi 15,28), l’aveva capito benissimo anche S. Paolo!
PS: Mi scuso per le ripetizioni, ma sono dovute solo al fine di potermi esprimere con la massima chiarezza, in un argomento così astruso.
Lascio la parola a Roberto Benigni che, in una sua memorabile esibizione, ha detto in parole semplici tutte le cose che sto scrivendo in questi giorni. Chiunque prenderà visione di questo video, né uscirà emozionato, poiché è il riassunto del TUTTO. A mio avviso, credo fermamente che in questa performance Roberto, sia stato inondato di Spirito Santo, tanto sono profonde le sue parole e tanto è frenenetico il suo discorso, come se Qualcuno glielo mettesse in bocca.
UN MONDO A PIÙ DIMENSIONI, NON FA ALTRO CHE CONFERMARE, L’ ESISTENZA DI UNA DIMENSIONE METAFISICA DOVE SI COLLOCA DIO.
Il cosmo potrebbe essere molto più vasto di quello che pensiamo. Secondo alcune teorie moderne, infatti, oltre allo spazio tridimensionale che costituisce il nostro mondo, potrebbero esistere dimensioni aggiuntive, invisibili, che conterrebbero il nostro mondo così come un libro illustrato contiene una singola pagina e che potrebbero contenere anche altri mondi diversi dal nostro. Per ora si tratta soltanto di teorie, ma su di esse lavorano decine di scienziati e, da qualche anno, sono in corso perfino esperimenti per trovare la prova dell’esistenza di questi presunti livelli più profondi della realtà.
Il mondo nel quale viviamo, e del quale abbiamo esperienza diretta, è un mondo tridimensionale. Che cosa vuol dire? Che per raggiungere ogni suo punto è sufficiente muoversi in tre direzioni diverse: avanti o indietro, su o giù, destra o sinistra. Queste tre direzioni, inoltre, sono indipendenti: se ne fissiamo due a caso (per esempio avanti-indietro e destra-sinistra) non possiamo muoverci anche nella terza (non possiamo andare su o giù). Tutto ciò lo sapevano anche gli antichi greci. Euclide, per esempio, definì i concetti di punto (oggetto senza dimensioni), linea (una dimensione), piano (due dimensioni) e spazio (tre dimensioni). Nei secoli successivi, si è poi capito che, almeno da un punto di vista matematico, è possibile concepire un iperspazio più vasto, costituito cioè da più di tre dimensioni. Visualizzare uno spazio diverso da quello tridimensionale a noi noto, però, non è facile e, per familiarizzare un po’ con questi concetti, è quindi istruttivo aprire una parentesi e immaginare d’incontrare un ipotetico essere dotato di un numero diverso di dimensioni.
Un amico piatto… Immaginiamo, per esempio, un amico bidimensionale che viva all’interno di un universo piatto come un foglio. Questo essere non potrebbe vederci, perché il nostro corpo si estenderebbe su una dimensione in più rispetto alla sua. Al massimo, potrebbe vedere una sezione del nostro corpo che attraversi il suo universo. Comunicare con lui non sarebbe facile, perché i nostri sistemi di comunicazione come la voce si basano su segnali che si propagano su tutto lo spazio, mentre i sistemi di comunicazione del nostro amico non potrebbero uscire dal suo mondo schiacciato. Noi potremmo vedere tutto ciò che egli fa, ma il nostro amico non avrebbe idea di come siamo fatti noi, e di come ci comportiamo, nella terza dimensione. I nostri comportamenti, perciò, gli parrebbero incomprensibili e miracolosi.
Così vicini, così lontani Potremmo stare vicinissimi a lui, e non se ne accorgerebbe. Oppure potremmo entrare in luoghi che per lui sono blindati o inaccessibili, come una cassaforte: una cassaforte bidimensionale, infatti, sarebbe come una linea chiusa disegnata sul foglio e noi potremmo entrarci, per così dire, attraverso la terza dimensione, semplicemente puntando il dito all’interno. Dal punto di vista del nostro amico bidimensionale, potremmo perfino sdoppiarci e apparire contemporaneamente in posti diversi. Non sarebbe una magia: basta ricordare che gli esseri piatti potrebbero vedere solamente una nostra sezione, per esempio, e allora basterebbe che il loro mondo piatto attraversasse le nostre gambe, perché il nostro amico avesse l’impressione di vederci sdoppiati. Egli, infatti, non potrebbe vedere al di là delle due sezioni distinte delle nostre gambe. Rispetto a noi, insomma, l’amico piatto vivrebbe in una realtà molto limitata, in condizioni tali da non poter percepire il mondo tridimensionale che gli è intorno e da non potersi fare un’idea ben precisa di come siamo fatti noi. Potrebbero perfino esistere altri mondi piatti vicini al suo, tanti mondi paralleli, dei quali ignorerebbe totalmente l’esistenza.
… E un iperamico magico Se, però, invece di un amico piatto avessimo un amico quadridimensionale, ci troveremmo in una situazione esattamente opposta: sarebbe lui a vedere noi nella nostra interezza, mentre noi non potremmo percepire che una sezione di lui. E allora, in maniera perfettamente analoga all’esempio precedente, il nostro iperamico avrebbe proprietà per noi miracolose: potrebbe entrare facilmente in posti per noi irraggiungibili (casseforti, bunker nucleari e così via), potrebbe stare vicinissimo a noi senza che noi ce ne accorgiamo e potrebbe, infine, apparirci contemporaneamente in più posti diversi. Analogamente all’esempio precedente, ancora, potrebbero esistere – accanto a noi nella quarta dimensione – altri universi, anche vicinissimi al nostro e magari popolati da persone come noi o esseri che considereremmo mostruosi, ma che non potremmo in alcun modo percepire. Il nostro iperamico li vedrebbe benissimo, e per lui tutti questi mondi paralleli sarebbero come tante pagine tridimensionali di un libro a quattro dimensioni.
Nello spazio-tempoquadridimensionale Tutti questi esempi non hanno nulla a che fare con la realtà, ma hanno soltanto lo scopo di mettere in evidenza alcuni aspetti che bisogna tenere in considerazione quando si ha a che fare con un numero di dimensioni maggiore di tre. Il primo scienziato che ci ha abituato a considerare una realtà fisica quadridimensionale difficile da visualizzare è stato Albert Einstein. La teoria della relatività, infatti, si basa sull’esistenza di uno spazio-tempo quadridimensionale, nel quale le coordinate spaziali e temporali si “mischiano” tra loro: osservatori diversi, in genere, misurano intervalli spaziali e temporali diversi, e può perfino accadere che due eventi simultanei in un sistema di riferimento (separati, cioè, soltanto da una distanza spaziale) non siano simultanei in un altro sistema di riferimento (nel quale sono separati da una distanza spaziale e da una “distanza” temporale, cioè da un intervallo di tempo).
Legati a doppio filo Non è qui possibile spiegare adeguatamente che cosa sia lo spazio-tempo relativistico, ma è comunque significativo ricordare le celebri parole del matematico russo Hermann Minkowski, che contribuì alla formulazione matematica della relatività ristretta: «D’ora in avanti, lo spazio e il tempo in quanto tali sono destinati a svanire come semplici ombre e soltanto una sorta di unione dei due continuerà ad avere una realtà indipendente». Spazio e tempo, insomma, non sono due concetti indipendenti, ma due aspetti di una realtà più ampia: lo spazio-tempo quadridimensionale. Lo spazio-tempo della relatività non è una pura e semplice estensione dello spazio da tre a quattro dimensioni. C’è, infatti, una differenza nel calcolo delle distanze: nello spazio-tempo le distanze si misurano con un metodo diverso dal teorema di Pitagora (o, meglio, dalla generalizzazione più diretta del teorema di Pitagora in quattro dimensioni).
e… L’ ipercubo della croce di Dalì Nonostante tutto, l’idea di una realtà quadridimensionale più profonda dello spazio tridimensionale nel quale viviamo (non necessariamente uguale allo spazio-tempo di Einstein), ha colpito la fantasia e la sensibilità di artisti e scrittori. L’artista italiano Attilio Pierelli, per esempio, ha rappresentato l’ipercubo (la generalizzazione quadridimensionale del quadrato bidimensionale e del cubo tridimensionale) nelle sue sculture. E sempre l’ipercubo, o tesseratto, compare in almeno uno dei racconti di Martin Mystère. Per finire, anche il pittore Salvador Dalì ha fatto ricorso alle quattro dimensioni, per rappresentare la Crocifissione di Gesù. In questo quadro, compare infatti una croce particolare: la rappresentazione tridimensionale di un tesseratto. Quest’ultimo fatto può sembrare bizzarro, ma ha una spiegazione ben precisa. Una croce tradizionale, infatti, può essere ricondotta a un cubo. Un cubo è una figura tridimensionale delimitata da sei quadrati: se prendiamo un cubo fatto con un foglio di carta, per esempio, possiamo aprirlo in modo tale da fare stare tutta la sua superficie sullo stesso piano e ottenere una figura a forma di croce. Allo stesso modo, un ipercubo è una figura quadridimensionale delimitata da otto cubi e, se lo aprissimo, per così dire, in maniera opportuna, otterremmo proprio la strana croce dipinta da Dalì.
Viaggi nello spazio e neltempo Lo spazio-tempo che emerge dalla teoria della relatività di Einstein può addirittura curvarsi, in presenza di gravità. Che cosa vuol dire questa affermazione? Che la materia induce una curvatura nella metrica dello spazio-tempo. Un esempio che si fa comunemente per spiegare questo fenomeno è il seguente: si può rappresentare la struttura dello spazio tempo senza materia e senza gravità come un telo elastico teso. Se, però, poggiassimo una biglia sul telo, vedremmo che il telo si deforma. Allo stesso modo, in prossimità di una stella si deforma la struttura dello spazio-tempo. Nello stesso esempio, oltretutto, la sferetta che piega il telo genera anche una forza. Se un’altra sferetta più piccola si trovasse vicino a lei, cadrebbe fino a toccarla. Allo stesso modo, lo spazio-tempo deformato da una stella genera una forza: la forza di gravità. Un qualsiasi oggetto che si trovi in prossimità della stella, infatti, è attratto dalla sua forza gravitazionale e tende a “cadere” sopra di essa. La gravità, insomma, nella relatività generale, ha un’origine geometrica: è un effetto della curvatura dello spazio-tempo prodotta dalla materia.
Mondi bizzarri Uno spazio tridimensionale curvo, tra l’altro, si può rappresentare come uno spazio curvo immerso in uno spazio “piatto” a quattro dimensioni, mentre uno spazio-tempo curvo corrisponde a uno spazio quadridimensionale immerso in uno “spazio piatto” a cinque dimensioni. Tutto ciò non aggiunge dimensioni alla nostra realtà, ma ci proietta in uno spazio matematico astratto, fatto di un numero di dimensioni più elevato, fino a un massimo di cinque. In uno spazio-tempo siffatto, e in presenza di campi gravitazionali così intensi da produrre significanti curvature, si possono ottenere situazioni molto bizzarre. Si possono concepire distorsioni tali da consentire il viaggio nel passato; oppure stelle così compatte, come i buchi neri, che curvano lo spazio fino a produrre una singolarità, cioè un punto con curvatura infinita come la punta di uno spillo; oppure cunicoli spazio-temporali (i cosiddetti wormhole) che collegano punti distanti nello spazio e nel tempo. Oppure, infine, punti di contatto con altri universi che sarebbero altrimenti completamente scollegati dal nostro.
Einstein incredulo La teoria della relatività, in ogni caso, anche se sconvolge le tradizionali cognizioni di spazio e di tempo, non introduce veramente dimensioni spaziali aggiuntive negli schemi teorici. Introduce, al più, il concetto che lo spazio (e anche lo spazio-tempo) si può curvare. Nel 1919, però, il fisico Theodor Kaluza (1885-1954) andò oltre questa visione e cercò di ampliare la teoria della relatività di Einstein, ipotizzando l’esistenza di una quarta dimensione spaziale arrotolata su sé stessa. Perché arrivò a quest’ipotesi? Lo fece nel tentativo di formulare una “teoria del tutto”, capace cioè di dare una descrizione geometrica a tutta la realtà, generalizzando perfino la relatività generale di Einstein (che dà una spiegazione geometrica soltanto alla gravità).
Dimensioni arrotolate L’ipotesi di Kaluza era che esistesse una dimensione spaziale aggiuntiva e invisibile, arrotolata su se stessa, e che la carica elettrica di un oggetto corrispondesse a vibrazioni attorno alla dimensione nascosta. La carica dell’elettrone, in questo contesto, corrisponderebbe alla vibrazione con la frequenza minima possibile, così come anche una corda di violino ha una frequenza minima di vibrazione e tutte le altre frequenze possibili sono multipli della frequenza fondamentale. Kaluza, che era uno scienziato giovane e poco conosciuto, inviò i suoi studi ad Albert Einstein affinché questi lo appoggiasse nella pubblicazione. Einstein, però, ci mise circa un paio d’anni prima di convincersi ad appoggiare ufficialmente il lavoro, che fu infine pubblicato.
Fisici profetici L’ipotesi di Kaluza fu perfezionata dal matematico svedese Oskar Klein (1894-1977) e suscitò dapprima un certo interesse, per poi essere quasi dimenticata. I fisici, infatti, in quegli anni, si concentrarono soprattutto sullo sviluppo della teoria della meccanica quantistica e sullo studio delle forze nucleari, che erano state da poco scoperte. La teoria di Kaluza-Klein, che mirava a unificare soltanto gravità ed elettromagnetismo e non considerava queste nuove forze, apparve subito superata. L’ipotesi, invece, risultò fin troppo profetica per il periodo in cui si sviluppò, tanto che fu rivalutata soltanto negli anni ’70, quando cominciò a svilupparsi la teoria delle stringhe.
La musica del cosmo Secondo quest’ultima, tutte le particelle note e tutte le forze della natura sono riconducibili a minuscole cordicine vibranti. Le cordicine sono tutte uguali, ma si distinguono per il modo di vibrare: l’elettrone equivale a una corda che vibra in un certo modo, il fotone a una corda che vibra in modo diverso e così via. Per questo motivo, si dice talvolta che l’universo, secondo la teoria delle stringhe, è come una sinfonia. In realtà, secondo la versione più moderna della teoria (la cosiddetta M-theory, che si può intendere sia come “teoria Madre”, sia come “teoria delle Membrane”), le stringhe stesse non sono proprio filiformi, ma sono membrane simili a tagliatelle. Le membrane, inoltre, possono essere anche infinitamente estese o assumere altre forme. Affinché questa teoria sia coerente, oltretutto, è necessario che queste membrane non vibrino nel normale spazio tridimensionale al quale siamo abituati, ma in uno spazio che di dimensioni ne ha esattamente dieci (oltre al tempo, che formerebbe l’undicesima dimensione). E in questo “megaspazio” ci sono anche membrane infinite, che possono essere filiformi, piatte, tridimensionali o perfino di dimensioni maggiori.
Gomitolo di dimensioni La prima domanda che sorge, a questo punto, è la seguente: ammesso che queste dimensioni extra esistano, perché non le vediamo? La risposta “classica” che dà la teoria delle stringhe è che queste dimensioni sono accartocciate su loro stesse. Questo concetto di dimensioni accartocciate, o arrotolate, è certamente bizzarro, ma si può spiegare con un esempio: immaginiamo una pulce che si muova su una fune tesa. A guardare da lontano, sembrerebbe che l’animaletto sia vincolato a spostarsi lungo una sola direzione: quella della fune. Se, però, ci avvicinassimo, vedremmo che la pulce si muove anche attorno alla fune: avremmo scoperto una dimensione in più nel suo movimento. Un discorso analogo varrebbe se si andasse a guardare su scale molto piccole, di lunghezza paragonabili al diametro delle presunte dimensioni nascoste… ma di che scala di lunghezza stiamo parlando? Il problema è che la teoria delle stringhe non consente di effettuare stime in proposito, nemmeno grossolane: il diametro delle dimensioni nascoste è un parametro arbitrario e possono essere soltanto gli esperimenti a determinarlo.
Dimensioni “giganti” Fino al 1998, si pensava che tutte le dimensioni extra fossero raggamitolate su lunghezze immensamente più piccole del diametro dei nuclei atomici. Si pensava, per la precisione, a lunghezze paragonabili alla lunghezza di Planck, che è la minima lunghezza concepibile ed è pari a soli 0,00…01 cm scritto con 33 zeri, un numero così piccolo che di solito lo si indica in notazione esponenziale 10-33 cm. Si pensava, quindi, che fosse praticamente impossibile avere una prova sperimentale dell’esistenza di queste dimensioni extra. Nel 1998, però, tre fisici teorici – Nima Arkani-Hamed dell’Università di Harvard (Usa), Savas Dimopoulos dell’Università di Stanford (Usa) e Gia Dvali dell’Università di New York (Usa) – hanno dimostrato che le dimensioni nascoste non sono necessariamente arrotolate su diametri così piccoli, ma potrebbero essere più grandi, fino a circa un millimetro.
Difficoltà di misurazione Ci si potrebbe stupire del fatto che le nostre conoscenze del mondo microscopico non ci permettano di escludere teorie così bizzarre, ma la realtà dei fatti è proprio questa. Il motivo è che la nostra conoscenza del mondo microscopico – degli atomi, dei nuclei atomici e delle particelle elementari – si basa sullo studio delle forze elettromagnetiche e delle forze nucleari. Esclude, invece, la gravità. La gravità, infatti, è la più debole di tutte le forze, enormemente più debole delle forze elettromagnetiche (non si conosce, tra l’altro, alcun valido motivo teorico per cui debba essere così) ed è difficile misurarla quando si ha a che fare con oggetti piccoli. Sperimentalmente, infatti, finora, la forza di gravità tra due oggetti è stata misurata soltanto per distanze superiori al millimetro. Per distanze inferiori, c’è bisogno appunto di oggetti piccoli, che si attirano troppo debolmente per i nostri strumenti. Proprio per questo motivo, Arkani-Hamed, Dimopoulos e Dvali hanno notato che non è affatto detto che la gravità segua la legge di Newton (cioè che aumenti in proporzione all’inverso del quadrato della distanza) per distanze inferiori al millimetro.
Il mondo “in una pagina” Questi studi hanno rilanciato, negli anni scorsi, l’interesse nei confronti di queste teorie, perché hanno aperto nuovi spiragli alla possibilità di osservare effetti misurabili che le possano dimostrare. L’interesse, oltretutto, è cresciuto ulteriormente quando altri due scienziati – Lisa Randall dell’Università di Harvard (Usa) e Raman Sundrum dell’Università Johns Hopkins (Usa) – hanno dimostrato, ancor più recentemente, che potrebbero anche esistere una o più dimensioni nascoste infinitamente estese, cioè non arrotolate su loro stesse, di cui non ci siamo mai accorti. «Il nostro universo potrebbe trovarsi su una membrana» spiega Lisa Randall. «Questa membrana si estenderebbe all’infinito, nello stesso senso in cui noi immaginiamo che l’universo tridimensionale si estenda all’infinito. Il fatto che l’universo sia su una membrana, però, significherebbe che esistono altre dimensioni nelle quali il nostro universo non si estende». Come dire: l’universo potrebbe essere come una pagina (la membrana) infinitamente estesa, immersa in uno spazio più ampio: il megaverso, che potrebbe avere quattro, cinque o più dimensioni estese (le altre ci sarebbero, ma sarebbero arrotolate).
Gravitoni in libera uscita E noi non potremmo accorgercene, perché tutte le forze o quasi sono vincolate a rimanere sulla nostra membrana. Tutte le forze, tranne la gravità, infatti, sarebbero mediate da particelle che corrispondono a stringhe vincolate ad avere gli estremi attaccati alla membrana del nostro universo: è quindi impossibile che se ne stacchino. La gravità, invece, è mediata dai gravitoni (i quanti della forza gravitazionale), i quali corrispondono a stringhe vibranti arrotolate su loro stesse. Ciò permetterebbe ai gravitoni di uscire dal nostro universo e andare nelle direzioni extra, anche se normalmente questo non succede, perché – secondo la teoria – i gravitoni sono come incollati alla nostra membrana (anche se non perfettamente, come vedremo in seguito).
L’universo accanto Nel megaverso di cui parla Lisa Randall, oltretutto, potrebbero esserci anche altri universi-membrane. «Potrebbero esistere altri universi paralleli che si estendono su membrane differenti» afferma la scienziata, «che potrebbero essere anche molto vicini a noi (fino a circa dieci volte la lunghezza di Planck), ma rimanere invisibili ». Questi mondi potrebbero essere anche molto diversi dal nostro: densissimi, infuocati, oppure vuoti e freddi. E potrebbero esistere anche universi con un numero diverso di dimensioni. Potrebbero, cioè, esserci mondi filiformi, nei quali ci si può muovere solo in avanti o all’indietro, oppure piatti, o perfino quadridimensionali.
SIGNORI QUESTA È SCIENZA, NON BARZELLETTE
Questo è il mio fioretto di oggi
È inutile che oggi io scriva. In questa pagina c’è l’ immensità su cui riflettere.
Buona apertura mentale 🙏
Che Dio illumini le vostre menti….ma per favore pregate perché ciò avvenga.
LE CONQUISTE DELLA SCIENZA NON OSCURANO LE LEGGI DIVINE
Le conquiste della Scienza non oscurano le leggi divine, ma le rafforzano, contribuendo a risvegliare lo stupore e l’ammirazione per il meraviglioso spettacolo del Cosmo, che va dal cuore di un protone ai confini dell’universo. Nessuna scoperta scientifica ha messo in dubbio l’esistenza di Dio. La Scienza è fonte di valori che sono in comunione, non in antitesi, con l’insegnamento delle Sacre Scritture. Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e scientifico di colui che crede…[…]. La più grande conquista della Scienza è l’avere scoperto che una logica rigorosa regge il mondo. Questa logica nessuno sa dedurla dal Caos. Quindi deve esserci l’autore. La ricerca dipende da questa logica: se fossimo figli del Caos non potrebbero esistere i laboratori scientifici in cui si continua a decifrare il “Libro della natura”…[…]. È un privilegio straordinario essere stati invitati al tavolo della ragione che opera l’Immanente e nel Trascendente. Attorno a quel tavolo noi siamo seduti, desiderosi di apprendere, non di cacciar via Colui che ci ha invitati. Il tavolo della ragione permette però all’uomo di riflettere sul Trascendente e sull’Immanente. Ed ecco dove l’atto di Fede, che è dono di Dio, si coniuga con l’atto di Ragione. Infatti la Ragione è dono di Dio. Tratto dal libro: Perché credo in colui che ha fatto il mondo. Antonino Zichichi
PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI
Quante volte ripetiamo questa frase e ogni volta che si parla di Dio o pensiamo ai nostri cari che hanno lasciato questo mondo, diciamo che sono andati in Cielo dal Padre Celeste…. In cielo dunque, ma quale cielo? Quello che vediamo ad occhio nudo, no di certo! Dove si colloca allora questo Cielo, dove confluiscono le anime che ritornano al Padre? Innanzitutto bisogna cominciare ad usare un formulario più moderno; la scienza è andata avanti e si può affermare senza dubbio di smentita che l’ Universo è fatto di molteplici DIMENSIONI. Ecco dunque, una parola nuova, per sostituire il cielo generico che comprende troppe cose assieme. Dio pertanto, si colloca in una dimensione diversa dalla nostra. La nostra dimensione è nel tempo e nello spazio, è cioè suddivisa in secondi, minuti, ore, giorni, anni, secoli, millenni…. La dimensione di Dio è ATEMPORALE, ossia, FUORI DAL TEMPO E DALLO SPAZIO: eterna, dove passato, presente, futuro, sono perlappunto COMPRESENTI. Pare impossibile? No, nello spazio tutto ciò rientra nella normalità.
Salmo 89
Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. 2 Prima che nascessero i monti e la terra e il mondo fossero generati, da sempre e per sempre tu sei, Dio. 3 Tu fai ritornare l’uomo in polvere e dici: «Ritornate, figli dell’uomo». 4 Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte.…
Come si può leggere da questo salmo, gli antichi ebrei, già avvertivano l’ atemporalità e l’ eternità di Dio. Senza dubbio si esprimevano in termini semplici, ma non possiamo pretendere dagli antichi la modernità!
È ORA DI GUARDARE AVANTI, UN CATECHISMO VECCHIO E OBSOLETO, NON AIUTA L’ EVANGELIZZAZIONE
Nella mia Umbria, a Spello, c’è una magnifica cappella dipinta Bernardino Betto Betti in arte, Pinturicchio. In questa scena viene raffigurata la natività con tanto di pastori in adorazione. Quello che colpisce all’ osservatore attento, è la croce in mezzo al prato con la tomba divelta, preludio alla morte di Gesù Cristo e la Sua risurrezione.
Sul lato destro del dipinto, sopra la capanna c’è un pavone che è simbolo di morte, di risurrezione e di vita eterna, ed esprime gli attributi di Cristo, come la regalità, la gloria e l’immortalità.
Non solo il primo dei martiri, ma il modello di ogni martirio: nella morte di santo Stefano appaiono tutti gli elementi ricorrenti ogni volta che qualcuno viene ucciso a causa della fede. Il “fastidio” provocato in chi non comprende la saggezza del Vangelo, le “scuse” e le false accuse e poi l’aggressione e il perdono degli aggressori da parte dei martiri, oltre all’intaccabile fiducia di essere accolti tra le braccia di Dio. La storia di Stefano ci ricorda che credere non è facile e che il Vangelo non è un semplice appello a essere “più buoni”, bensì un potente strumento per cambiare il mondo. Ecco perché destabilizza i potenti, che con ogni mezzo nei secoli hanno cercato di mettere a tacere la voce di chi porta il messaggio del Risorto.
Nascita di Gesù e visita dei pastori 2 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2 Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3 Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4 Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5 per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6 Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.
8 C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9 Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10 ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11 oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12 Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 13 E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:
14 «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».
GESÙ NON È NATO IL 25 DICEMBRE
Giuseppe e Maria, si spostarono da Nazareth per giungere in Galilea, per via del censimento, ma in quei giorni si compivano per lei i giorni del parto. Gli alberghi erano tutti pieni per via di questo censimento ordinato dal governatore Quirino. L’ evangelista Luca, non spiega in che luogo è venuto al mondo Gesù, non parla di grotta, né di stalla, precisa soltanto “che fu deposto in una mangiatoia, forse da qui, è nata l’ idea che il luogo fosse una stalla. “I pastori vegliavano all’ aperto, facendo la guardia al gregge”, indice che era una stagione calda: Primavera, Estate, primo periodo d’ Autunno… L’ Inverno è da escludere, poiché in questo periodo gli animali sono al riparo nelle stalle, soprattutto di notte! Gesù, dunque, non è nato il 25 Dicembre, ma non è che lo affermo io, questa data puramente convenzionale è un dato di fatto, ammesso da tutte le varie confessioni cristiane. Gli angeli e i pastori andarono a glorificare Gesù, il Re del mondo, che presenta per primo agli uomini più semplici e umili. Bisognerebbe riflettere bene su questa frase; Dio va cercato negli ultimi: sono passati duemila anni e si può affermare che gli uomini ASCOLTINO IL SUO VOLERE????? “Gloria a Dio nell’ alto dei Cieli e pace in Terra, agli uomini che Egli ama”…. Da ragazzina mi ricordo che era scritto diversamente : “e pace in Terra agli uomini di buona volontà”. Mi arrabbio molto quando vedo cambiamenti nei testi, perché la Parola di Dio è immutabile.
Le precisazioni sul racconto della nascita sono marginali rispetto all’ imponenza e all’ importanza della nascita del Nostro Salvatore, la mia intenzione è quella di leggere attentamente ciò che le Scritture ci rivelano e demitizzare queste inesattezze, per amore di verità. Manco a dirlo, che la Chiesa ha permesso queste imprecisioni, basti pensare al canto natalizio, “tu scendi dalle stelle o re del Cielo e vieni in una grotta al freddo e al gelo!”.
Secondo il racconto biblico tra tutti gli alberi piantati nel giardino ne erano due particolari: l’albero della conoscenza del bene e del male e l’albero della vita. ..
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male
1 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». 2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, 3 ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». 4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! 5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male»
22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!». 23 Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. 24 Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita.
L’Albero della vita è il simbolo l’ immortalità
Ecco l’ uomo è diventatocome uno di noi…
Nel fioretto di ieri, ho citato la natura trinitaria di Dio, oggi, un esempio chiarissimo: DIO SI ESPRIME AL PLURALE, PARLANDO DI SE STESSO. Più volte nella Bibbia l’ Onnipotente si presenta in questa maniera. È una bella prova per qualcuno che avesse dubbi a riguardo!
ORA EGLI NON STENDA PIÙ LA MANO E NON PRENDA ANCHE DELL’ ALBERO DELLA VITA, NE MANGI E VIVA PER SEMPRE….
E così, come già ho scritto di recente, l’ UOMO-ADAMO ha scelto di vivere autonomamente, senza l’ aiuto di Dio, volendo sperimentare da solo cosa è bene e cosa è male. Noi umani però, non abbiamo una visione a 360° del tutto come Dio, e ciò comporta che, senza l’ aiuto di Lui, l’ uomo pecca, sbaglia, prende la via del male con tanta facilità. Non a caso, il primo omicidio nelle Sacre Scritture, avviene subito dopo il racconto del Genesi, ed è quello di Caino e Abele.
DIO PRECLUDE LA VIA ALL’ ALBERO DELLA VITA E METTE I CHERUBINI, GLI ANGELI PIÙ VICINI A LUI, A GUARDIA, CON L’ IMMAGINE EFFICACE DELLA SPADA SFOLGORANTE. L’ ALBERO DELL’ IMMORTALITÀ È VIETATO AGLI UOMINI.
Dio stesso ha interdetto l’accesso al Giardino all’uomo, per paura che ne mangiasse e divenisse immortale. La domanda successiva è: PERCHÈ. La creazione era «buona» in sé (Gen 1,4.12.17.25), ma con la creazione dell’uomo a sua immagine e somiglianza (Gen 1,26) essa divenne «molto buona» (1,31).
L’ uomo, ormai divenuto peccatore e, perduta la santità, se avesse mangiato il frutto dell’ albero della vita, sarebbe rimasto peccatore in eterno. In quanto i frutti dell’ albero della vita sono il simbolo dell’ IMMORTALITÀ. L’ umanità sarebbe stata DANNATA PER SEMPRE, COME I DÈMONI. È per la grande MISERICORDIA DI DIO CHE LA VIA DELL’IMMORTALITÀ È DI NUOVO ACCESSIBILE ALL’ UOMO. Come????? Attraverso SUO FIGLIO. Ora il mistero dell’ INCARNAZIONE DI GESÙ CRISTO IL REDENTORE, si svela. Gesù Cristo S’INCARNA PER QUESTO, nella storia della salvezza, il Suo ingresso nel mondo, farà sì che per coloro che crederanno in LUI, LA VITA ETERNA SARÀ DI NUOVO ACCESSIBILE, nel suo regno, che non è come il nostro, una dimora spirituale, come puro Spirito è Dio.
Lo ammetto, è la pagina più difficile che abbia mai scritto. Ho dovuto sul serio chiedere aiuto a Dio, affinché mi potesse fare luce. Poche le fonti che ho trovato, è alta Teologia questa, avevo in testa questo versetto ultimo per la quadratura del cerchio…. ma trovare dove l’ avevo letto è stato davvero difficile.
Ora tutto è più chiaro e alla luce. Per pura MISERICORDIA che questo bimbo viene nel nostro mondo. Pur ammettendo i miei limiti umani, pur ammettendo anche i miei errori in buona fede, trovo INCREDIBILE che la dottrina cristiana, non spieghi le Scritture, lasciando nel buio gli uomini, mentre sta per entrare nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni essere umano, sia buono o malvagio, sia povero o ricco, sia ateo o credente.
L’uomo non può salire al cielo con le proprie forze, solo una mano divina che discende all’uomo può assumere l’uomo al cielo e questa mano divina che discende dal cielo è L’INCARNAZIONE. 🙏
IL VALORE DEI CARISMI I doni dello Spirito Santo, S. Paolo ai Corinzi:
1 Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell’ignoranza. 2Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. 3Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!, se non sotto l’azione dello Spirito Santo. 4Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; 5vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; 6vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. 7A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: 8a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; 9a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; 10a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. 11Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole. Paragone con il corpo 12Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. 13Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. 14E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. 15Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe parte del corpo. 16E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe parte del corpo. 17Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? 18Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. 19Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? 20Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. 21Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi. 22Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; 23e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, 24mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, 25perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. 26Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. A ciascuno il suo dono 27Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. 28Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. 29Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? 30Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? 31Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.
Lo Spirito santo, è la Terza Persona della Trinità, ma non nel senso che si dà a questo numero. È sempre Dio che si manifesta in tre modi diversi, a diversi livelli, ed ogni Persona procede indipendentemente dall’ altra, nella maniera che è propria del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Unità e nello stesso tempo, molteplicità, ma sempre parimenti Dio. Calza a pennello l’ esempio di S. Patrizio.
Sono senza scusa–S. Paolo, lettera ai romani 14Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? 15E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati?
COLLABORARE ALLA CREAZIONE
Nella bellissima lettera di S. Paolo, si evince quanto aiuto Dio ci offre, per portare avanti il bene su questa Terra. Lo Spirito santo ci è stato effuso per questo principale motivo; chiunque si sente figlio di Dio, ha con sé lo Spirito che lo guida e lo assiste. Per questo motivo attraverso i carismi di cui ogni persona deve prendere cognizione di possedere, DEVE aiutare Dio nel portare avanti la creazione. Tutti siamo chiamati, ognuno nella maniera che gli è più propria.
Mi sono soffermata molto sul Santo Spirito, perché poco se ne parla. Nessuno nasce imparato e i sacerdoti pensano che la gente SAPPIA, invece non è così, l’ analfabetismo religioso è un dramma, perché ostacola il volere di Dio che è quello di fare conoscere la Sua volontà a tutte le genti, di generazione in generazione.
Questo è il mio fioretto di oggi
Il papa ha detto di evangelizzare in ogni maniera, anche attraverso i social.