Rimango incantata ogni volta che la Natura mostra la sua magia, come in questo video.
TUTTO È UN MIRACOLO, SOLO CHE NON CE NE ACCORGIAMO
Mi piace osservare ciò che mi circonda, soprattutto nel silenzio. La Natura è il mio quadro vivente e lo spettacolo più emozionante che possa esistere. Pensare che da un piccolo seme possa svilupparsi e diventare arbusto, pianta, fiore, non è forse un miracolo?
UN GIORNO OSSERVAVO IL GLICINE DEL GIARDINO…
Un giorno ho visto un tralcio di glicine a penzoloni nel giardino. Il giorno seguente non era più in quella posizione, si era mosso e si era attaccato alla rete di recinzione. Ho pensato con la mia fervida fantasia, che quel tralcio, si era spostato come fosse un braccio di un cieco, muovendosi a tentoni e brancolando nel buio, ma arrivando nel punto preciso dove voleva arrivare. Il tralcio, pareva sapesse, che di lì a poco ci sarebbe stato un punto dove appigliarsi e potersi sviluppare e proseguire il suo cammino.
LA NATURA OBBEDISCE A DELLE LEGGI PERFETTE…IMPARTITE DA CHI?
BARUC SPINOZA asseriva Deus sive Natura, ossia Dio = Natura. In sostanza egli affermava che se Dio è nel mondo, il mondo è in Dio. Se la casualità divina è immanente, se in Dio non c’è differenza tra causa ed effetto, se Dio è tutto e tutto è in Dio e, Deus sive Natura, allora la Natura ha le stesse caratteristiche di Dio. Si comprende subito che il Dio di Spinoza non ha nulla a che vedere con la rivelazione del Dio ebraico-cristiano, in questi termini, la Divinità si presenta in un ruolo estremamente riduttivo, in quanto Dio, NON PUÒ ESSERESOLOLA NATURA.
S. Agostino, capovolge totalmente il pensiero di Spinoza, “la natura è una via di accesso alla fede, in quanto la creazione visibile, manifestata dalla bellezza e dalla perfezione, esprime la sua dipendenza, da Colui che l’ha creata.
L’ INPUT DI TUTTO, DA UN SUPREMO PROGETTISTA
“Chiunque sia veramente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l’esistenza di uno Spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, e di fronte al quale noi, con le nostre modeste facoltà, dobbiamo essere umili”. (H. Dukas and B. Hoffmann Albert Einstein: the Humane side, Princeton 1989, p. 32)
“… Il caso non può essere una spiegazione. Esso è materialmente impossibile. È anche l’opinione dei fisici: per mancanza di tempo e di sufficienti combinazioni possibili. Una somma di casi non crea una legge; una somma di casi non crea l’adattamento. […] Il processo evolutivo non si sviluppa nel disordine. Se introducete il disordine in un organismo, ne vedrete le conseguenze: la morte. L’evoluzione non è mai potuta avvenire nel disordine: l’abbiamo sottolineato troppo poco. Gli esseri in preda al disordine scompaiono. Ripeto: la vita è il trionfo dell’ordine, l’anarchia è assolutamente impensabile in termini biologici. L’evoluzione non si sviluppa nel disordine, è assolutamente impossibile. “ Pierre-Paul Grasse’ ( biologo di fama mondiale )
SONO UNA DISCENDENTE DI CARLO LORENZINI, ALIAS COLLODI…
Pinocchio compie 150 anni
CENNI BIOGRAFICI Carlo Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini, fu un giornalista ed uno scrittore, famoso per aver creato il personaggio di Pinocchio. Massone, iniziò la sua carriera come commesso un una libreria fiorentina. Entrò così nel mondo dell’editoria, divenne poi giornalista e redattore di successo scrivendo per i giornali di tutta Italia. Arruolatosi come volontario nella Prima Guerra d’Indipendenza con alcuni studenti toscani, al suo ritorno fondò una testata giornalistica di stampo satirico dal nome “Il Lampione”, chiusa dopo poco tempo a causa della censura. Nel 1856 adottò lo pseudonimo Carlo Collodi. Nel 1881 cominciò la pubblicazione del “Giornale per bambini”. il primo periodico italiano dedicato ad un pubblico molto giovane. Fu su questo giornale che, in capitoli brevi, pubblicò “Storia di un burattino”, titolo originale dell’opera che diventerà celebre col nome “le avventure di Pinocchio”. Pinocchio, burattino di legno all’inizio senza vita, ha letteralmente offuscato la fama di Collodi: personaggio conosciuto in tutto il mondo, poche persone sanno che è lui il suo creatore. Lorenzini morì all’improvviso nel 1890 a Firenze, la sua città natale.
Ve lo confido….sono una discendente di Carlo Lorenzini…
Un giorno è arrivata una telefonata…dove sono stata avvisata che un professore di Cortona aveva fatto una ricerca sulla discendenza di Collodi, alias Carlo Lorenzini. Dopo molte ” indagini” negli archivi delle parrocchie e nei comuni, è giunto all’ anagrafe del mio paese….Da lì, le ultime ricerche ed è saltato fuori il nome di mio nonno Paolo Lorenzini, di seguito i suoi figli, tra cui mio padre: Dino Lorenzini ❤️
Stupefacente è la foto di Paolo Lorenzini, nipote di Carlo Lorenzini ( da cui discendiamo, poiché Carlo Lorenzini non ha avuto figli) e di mio nonno, con l’ omonimo nome. La mia stirpe inoltre, si contraddistingue per via degli occhi grandi.
Nelle foto alcuni passaggi del libricino avuto dal prof. Santucci.
Parola di Giusy Beatrice Lorenzini, scrittrice non a caso
Al prof. Santucci che ha ritrovato le mie radici, un grazie di ❤️
“Parlo d’inferno… e mi sembra già di sentire gli sghignazzamenti, i risolini ironici, i giudizi sprezzanti di tutti i… superuomini arrivati. Beati loro! Alla convinzione che l’inferno è una favola, un’invenzione di anime tristi che, consapevolmente o no, appestano l’aria con queste fantasie mefitiche. Sull’inferno purtroppo oggi forse si scherza troppo: fioriscono barzellette e battute che, per lo più, tendono appunto a svuotare di significato una realtà ritenuta fantasia e creazione di preti e di gente triste. Come si può oggi – dicono tanti – parlare ancora d’inferno, nell’era della tecnica onnipotente e di conquiste quasi incredibili? Ma, sia detto a scanso di equivoci: lazzi e sorrisetti ironici e altre cose del genere, non devono impressionare troppo, perché alla verità non si perviene con negazioni idiote e ironie stupide. Se tutto il mondo arrivasse alla pazzia di affermare che il sole è un’illusione, non per questo il sole cesserebbe di essere. La verità è indistruttibile ed eterna come Dio, e l’inferno è una realtà di ragione e di rivelazione, che niente e nessuno, nonostante i tanti interrogativi che solleva, potrà vanificare. È vero, molti – e sono soprattutto agnostici, razionalisti e materialisti e uomini dalla dubbia condotta – non credono all’inferno, adducendo ragioni su ragioni che non provano niente. L’inferno – dicono molti di loro – è qui sulla Terra. E ora diamo la parola a chi – per grazia speciale di Dio – ha potuto visitare il luogo dell’eterno castigo.”
Padre Antonio Di Monda
I santi che hanno visto l’ Inferno…il link qui sotto ⤵️⤵️⤵️
Kowalska Elena (Maria Faustina) nacque il 25 marzo 1955 a Glogowiec, in Polonia. Entrò nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia. Per ordine del suo Direttore spirituale scrisse il diario personale, che intitolò La Divina Misericordia nell’anima mia. Morì a trentatré anni il 5 ottobre 1938. Anche Suor Faustina Kowalska fece l’esperienza dell’inferno. Ecco come lei racconta l’evento: «Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’inferno. È un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho visto: la prima pena, quella che costituisce l’inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall’ira di Dio; la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri e il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di Satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall’altro. Sarei morta alla vista di quelle orribili torture, se non mi avesse sostenuta l’onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità». E aggiunge: «Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun’anima si giustifichi dicendo che l’inferno non c’è, oppure che nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina Kowalska, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell’inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l’inferno c’è. Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto. Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno». Tratto dal link⬆️⬆️⬆️
ALCUNI VERSETTI DOVE GESÙ PARLA ESPLICITAMENTE DI INFERNO
«Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel Regno dei Cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti.»
(Mt, 8,11-12)
«Il Figlio dell’uomo manderà i Suoi angeli, i quali raccoglieranno dal Suo Regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità, e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.»
(Mt, 13,41-42)
«Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile.»
(Mc, 9,43)
ed ancora «Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nella vita orbo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.»
(Mc, 9,47-48)
LA MIA PERSONALE OPINIONE
L’ Inferno è un dogma della chiesa Cattolica, ciò significa per chi a poca dimestichezza, che è una verità incontrovertibile. In questi tre articoli ho cercato di spiegare ( e ricordare), che il corpo materiale cade in corruzione con la morte, ciò che va in un’ altra dimensione, è il corpo spirituale o anima. Dunque, ogni visione è puramente mentale. La mente dunque plasma la materia e tutte le azioni compiute in Terra vengono a galla, tanto nel bene, che nel male. Chi è vissuto nel bene, la sua mente proiettera’ solo immagini meravigliose e sensazioni piacevoli quali: amore, felicità, pace, profumi, giardini e luce, una luce che tutto avvolge e penetra: è la Luce di Dio.
Chi e’ vissuto nel male, all’ opposto, macchiandosi di omicidi efferati, violenze sui bambini, egoismo, cattiverie allo stato puro, la propria mente proiettera’ quelle scene all’infinito e percepirà anche il dolore causato; in sostanza sarebbe il cosiddetto Inferno. Uno stato di coscienza, dove non arriva la luce di Dio, ma solo il buio delle tenebre. I racconti delle sante sopra citate che hanno visto L’Inferno, si assomigliano molto tra loro e ciò rafforza l’ idea, che le sofferenze siano davvero infinite.
La mia posizione si discosta dal concetto che l’ Inferno possa essere eterno, poiché stride con un Dio che è propagazione di amore assoluto. Come ho scritto nei precedenti due articoli, con la morte si va incontro ad UN GIUDIZIO PARTICOLARE. Le Scritture però, rivelano che alla fine dei tempi ci sarà un giudizio definitivo, chiamato GIUDIZIO UNIVERSALE, dove il male verrà estirpato per sempre.
Un giudizio universale può lasciare in vita un Inferno eterno, ovvero il male assoluto? A mio avviso no.
“Dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia”
Sono convinta che di fronte a queste anime dannate che mai potranno redimersi, Dio, come ultimo atto di amore più alto e misericordioso, le disintegrera’, mettendo così fine a quei tormenti.
Un discorso sull’ Inferno appare a molti fin troppo cupo, come di cattivo auspicio al solo parlarne. Penso che, se facesse così paura e volessimo evitarlo, sarebbe estremamente necessario un cambiamento nel nostro modo di pensare e di agire. Come ho scritto nel testo precedente, il nostro giudizio si realizza già in terra, giorno dopo giorno, con le proprie azioni quotidiane. La situazione odierna la si può definire senza mezzi termini: drammatica. Continuare con questo basso livello, non se ne esce. Se abbiamo paura dell’Inferno, perché accettiamo di vivere come fossimo già lì? Il basso livello dei programmi televisivi, non aiutano lo Spirito che abita in noi ad elevarsi. Mi riferisco a certi sciatti varietà, giochi che insultano l’intelligenza umana, film spazzatura, infarciti di violenza, pornografia e volgarità di ogni genere. Internet sarebbe stata un’ occasione meravigliosa per decollare…il mondo a portata di mano con un click! La conoscenza di ogni cosa, un abbraccio planetario…invece viene usato spesso, per incontri pericolosi, i video poker, i giochi d’azzardo, la pornografia h 24. Perché? perché? perché? di nuovo il basso livello, anzi, bassissimo! Il basso livello della politica, nata come cosa nobile, al servizio del popolo, rivelatasi invece in un intreccio di malaffari, dove ognuno cura i propri interessi, con scandali giornalieri a danno del popolo ”sovrano”(solo in vista delle elezioni). Il basso livello si vede anche nell’agire umano: omicidi efferati, rapine, ruberie, traffico di droga, di armi, di esseri umani, pedofilia, stupri… Il vero colore del denaro è ROSSO, come il sangue di cui è intriso. In un degrado di questo genere, Satana, è ”principe di questomondo”, come lo definì Gesù. Il paradosso è che ogni giorno si rafforza, attraverso queste azioni che gli umani gli offrono. Il significato della parola Satana è ”avversario”, in effetti è la figura che piu’ si contrappone a Dio; e pensare che era l’angelo più splendente! Lucifero ( altro appellativo di Satana ), significa “portatore diluce“. Pecco’ di superbia, perché credette di essere non solo come Dio, ma più potente di Dio stesso: “Sarò comel’Altissimo” (Isaia 14,14). Da angelo di luce, divenne principe delle tenebre… 3,8. Satana s’impossessa di numerose persone, Mt 9,16 e 28; Mt 17, 14-18; Mc 1,23 e 34; 5,1,3; 9,18; Lc 8,27. Satana tormenta l’uomo con malattie fisiche, Mt. 9,32; Mt. 12,22; Lc, 13,11 e 16; 2Cor. 12,7; 1Cor. 5,5.
Satana è veramente una personificazione del male, e’ il simbolo di tutte le forze e di tutte le tendenze negative che si contrappongono alla creazione di Dio. Satana è un angelo caduto, e’ puro spirito, ed è un forza malefica e negativa. Dobbiamo smetterla di immaginarlo come un caprone con le corna. Satana è il male, che forma ha il male? E il bene, che forma ha? Non tutte le cose in questo mondo possono essere tangibili e visibili, ce ne sono molte invisibili, eppure concretissime.
Avete mai visto un atomo? Eppure c’è.
Salmo 34
14 Allontànati dal male e fa’ il bene; cerca la pace e adoperati per essa.
L’ inferno e’ il termine in cui si indica il luogo metafisico che attende dopo la morte, le anime degli uomini che hanno rifiutato Dio, scegliendo in vita il male e il peccato. Il concetto di Inferno, ai nostri giorni si spiritualizza e non è più un luogo come nel passato, ma è uno stato di coscienza: è il tormento dell’ anima. L’ Inferno è una realtà presente in tutte le tre religioni monoteistiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islam). Ammetto, che decidere di scrivere su questo argomento, non è stato facile, è ben schivato da tutti! L’Inferno spesso è oggetto di insicure derisioni, come fosse un tabù di cui è meglio non parlarne. A volte si ostenta una sicurezza sul fatto di essere salvati dalla bontà di Dio, oppure per tagliar corto, si nega la sua esistenza. Nelle Sacre Scritture invece, se ne parla eccome! Nel Vangelo Gesù ammonisce severamente gli uomini, con ripetuti avvertimenti affinché si convertano e non perseverino nel compiere il male. Ecco alcuni esempi: “Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna*, nel fuoco inestinguibile”. Marco 9,43. “Poi dira’ a quelli alla sua sinistra: via lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il Diavolo e per i suoi angeli”. Matteo 25,41.”così sarà la fine del mondo. Verranno gli Angeli e separeranno i buoni dai cattivi e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti”. Matteo 13,49 50.
Ogni essere umano è libero di credere o non credere, di seguire la via che porta al bene o decidere di non farlo. Il nostro giudizio non è un atto isolato, ma si realizza giorno dopo giorno, con le proprie azioni quotidiane. Nel momento che sopraggiunge la morte per ogni uomo, seguirà immediatamente il giudizio “particolare”: è il momento in cui sarà rilevato ogni segreto del nostro cuore. L’anima si giudica da sé e inizia subito un percorso che porterà verso un cammino di purificazione, o di immediata beatitudine, o di un estremo dolore e disperazione. Il giudizio “particolare” non è da confondersi con “il giudizio universale” che avverrà nel punto Omega, e’ il momento drammatico dell’ Apocalisse, dove Cristo, in una creazione totalmente rinnovata e trasformata farà ritorno, estirpando per sempre il male e mettera’ in piena luce quello che ancora ai nostri occhi è nascosto.
* Geenna, valle dove venivano bruciati i rifiuti , gli animali morti e in alcuni casi anche cadaveri umani. Gesù usava questo nome per indicare L’Inferno.
AL DI LÀ DEI SOGNI
questo film eccezionale, riassume tutto ciò che cerco in tutti i modi di esprimere. Consiglio a chiunque legga di vederlo
LO STUPORE E L’ AMMIRAZIONE PER IL MERAVIGLIOSO SPETTACOLO DEL COSMO
Le conquiste della Scienza non oscurano le leggi divine
Le conquiste della Scienza non oscurano le leggi divine, ma le rafforzano, contribuendo a risvegliare lo stupore e l’ammirazione per il meraviglioso spettacolo del Cosmo che va dal cuore di un protone ai confini dell’universo. Nessuna scoperta scientifica ha messo in dubbio l’esistenza di Dio. La Scienza è fonte di valori che sono in comunione, non in antitesi, con l’insegnamento delle Sacre Scritture. Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e scientifico di colui che crede…[…]. La più grande conquista della Scienza è l’avere scoperto che una logica rigorosa regge il mondo. Questa logica nessuno sa dedurla dal Caos. Quindi deve esserci l’autore. La ricerca dipende da questa logica: se fossimo figli del Caos non potrebbero esistere i laboratori scientifici in cui si continua a decifrare il “Libro della natura”…[…]. È un privilegio straordinario essere stati invitati al tavolo della ragione che opera l’Immanente e nel Trascendente. Attorno a quel tavolo noi siamo seduti, desiderosi di apprendere, non di cacciar via Colui che ci ha invitati. Il tavolo della ragione permette però all’uomo di riflettere sul Trascendente e sull’Immanente. Ed ecco dove l’atto di Fede, che è dono di Dio, si coniuga con l’atto di Ragione. Infatti la Ragione è dono di Dio. Tratto dal libro: Perché credo in colui che ha fatto il mondo. Antonino Zichichi.
UN UNIVERSO A PIÙ DIMENSIONI, SPIEGATE MOLTO BENE IN QUESTO LINK
“Il mondo nel quale viviamo, e del quale abbiamo esperienza diretta, è un mondo tridimensionale. Che cosa vuol dire? Che per raggiungere ogni suo punto è sufficiente muoversi in tre direzioni diverse: avanti o indietro, su o giù, destra o sinistra. Queste tre direzioni, inoltre, sono indipendenti: se ne fissiamo due a caso (per esempio avanti-indietro e destra-sinistra) non possiamo muoverci anche nella terza (non possiamo andare su o giù). Tutto ciò lo sapevano anche gli antichi greci. Euclide, per esempio, definì i concetti di punto (oggetto senza dimensioni), linea (una dimensione), piano (due dimensioni) e spazio (tre dimensioni). Nei secoli successivi, si è poi capito che, almeno da un punto di vista matematico, è possibile concepire un iperspazio più vasto, costituito cioè da più di tre dimensioni”.
UN MONDO A DUE DIMENSIONI
…”Immaginiamo, per esempio, un amico bidimensionale che viva all’interno di un universo piatto come un foglio. Noi potremmo vedere tutto ciò che egli fa, ma il nostro amico non avrebbe idea di come siamo fatti noi, e di come ci comportiamo, nella terza dimensione. I nostri comportamenti, perciò, gli parrebbero incomprensibili e miracolosi. Così vicini, così lontani. Potremmo stare vicinissimi a lui, e non se ne accorgerebbe. Oppure potremmo entrare in luoghi che per lui sono blindati o inaccessibili, come una cassaforte: una cassaforte bidimensionale, infatti, sarebbe come una linea chiusa disegnata sul foglio e noi potremmo entrarci, per così dire, attraverso la terza dimensione, semplicemente puntando il dito all’interno. Dal punto di vista del nostro amico bidimensionale, potremmo perfino sdoppiarci e apparire contemporaneamente in posti diversi. Non sarebbe una magia: basta ricordare che gli esseri piatti potrebbero vedere solamente una nostra sezione, per esempio, e allora basterebbe che il loro mondo piatto attraversasse le nostre gambe, perché il nostro amico avesse l’impressione di vederci sdoppiati. Egli, infatti, non potrebbe vedere al di là delle due sezioni distinte delle nostre gambe”.
UN MONDO A QUATTRO DIMENSIONI
“Se, però, invece di un amico piatto avessimo un amico quadridimensionale, ci troveremmo in una situazione esattamente opposta: sarebbe lui a vedere noi nella nostra interezza, mentre noi non potremmo percepire che una sezione di lui. E allora, in maniera perfettamente analoga all’esempio precedente, il nostro iperamico avrebbe proprietà per noi miracolose: potrebbe entrare facilmente in posti per noi irraggiungibili (casseforti, bunker nucleari e così via), potrebbe stare vicinissimo a noi senza che noi ce ne accorgiamo e potrebbe, infine, apparirci contemporaneamente in più posti diversi. Analogamente all’esempio precedente, ancora, potrebbero esistere – accanto a noi nella quarta dimensione – altri universi, anche vicinissimi al nostro e magari popolati da persone come noi o esseri che considereremmo mostruosi, ma che non potremmo in alcun modo percepire. Il nostro iperamico li vedrebbe benissimo, e per lui tutti questi mondi paralleli sarebbero come tante pagine tridimensionali di un libro a quattro dimensioni”.
Tratto da: focus.it- le dimensioni nascoste dell’ universo
Dio c’è, punto. Grazie Roberto Benigni
Le parole di Roberto Benigni, sono di una genialità assoluta; l’artista è riuscito a riassumere in parole accessibili all’intelletto umano, ciò che è pura metafisica: “La’ c’è un punto, che e’ quello di Dio, dove si vede, tutto sempre lì, dentro, in quel momento Eterno.[….].Dante ha visto l’Eternita’ da sempre in tutto…lì dentro in quel momento eterno ha visto tutto…ha visto l’infazia di tutti noi, ha visto i cieli di tutti i mondi, ha visto gli amori che non sono andati a termine…quelli appena sbocciati, ha visto ognuna delle nostre vite.[….].ha visto Giulio Cesare a cavallo, era il cavallo di Cesare, ha visto lo zoccolo del cavallo Cesare, la terra dove lo zoccolo del cavallo di Cesare batteva…l’erba calpestata, era l’erba, Lui era l’erba sotto il cavallo dello zoccolo di Cesare…ha sentito il tonfo di una castagna che cade in Ottobre…ha visto tutto il coraggio non giunto a compimento…ha visto fiori che sono cresciuti in luoghi, dove nessuno ha mai posto gli occhi o le mani.[…].Era dentro un insetto del mondo, ha visto la vita di ogni insetto del mondo e ha visto anche perché, sono nati e perché, dovevano esserci, tutti gli insetti del mondo e tutti i tipi di vita del mondo…ogni petalo…ha sentito tutti profumi dell’esistenza e dell’universo…ha visto qualsiasi luce, è stato quella luce…è stato quel profumo…è stato tutte queste cose insieme, in quel momento… E…C’È …C’È …C’È, BRAVO ROBERTO! Dopo tanti anni di studio, di elucubrazioni, di ascolto, di dubbi e incertezze, di intuizioni e di ragionamenti, è arrivata la quadratura del cerchio! Non so come ho potuto trovare questo video…ma come l’ho ascoltato…l’input è partito, così di colpo, l’illuminazione è arrivata… grazie Roberto, il giullare è diventato profeta! Tutte le cose che avevo imparato nel corso degli anni, era un immenso puzzle, sparpagliato nella mia mente e d’un tratto… ogni singolo pezzo si è unito all’altro, creando il quadro completo. Avevo capito da tempo ciò che ha detto Roberto, ma non riuscivo a spiegarlo…avevo tante chiavi in mano, ma non trovavo quella giusta per aprire la serratura. Roberto invece, è stato bravissimo, con semplicita’ e con la sua poesia, ha espresso concetti altissimi che non trovo riscontro in nessun altro. Roberto ha fatto centro:
DIO C’E’
DIO SI COLLOCA IN UN ‘ALTRA DIMENSIONE, AL DI FUORI DEL TEMPO E DELLO SPAZIO, DOVE OGNI PASSAGGIO TEMPORALE DAL PASSATO AL FUTURO SI FA COMPRESENZA ETERNA
“oltre allo spazio tridimensionale che costituisce il nostro mondo, potrebbero esistere dimensioni aggiuntive, invisibili, che conterrebbero il nostro mondo così come un libro illustrato contiene una singola pagina e che potrebbero contenere anche altri mondi diversi dal nostro”. Tratto da: focus.it- le dimensioni nascoste dell’universo”. “Il Cielo” di Dio si colloca, a ragion di logica, in uno spazio quadrimensionale, o a più dimensioni ( come e’ stato descritto sopra ) e quello che a noi umani PARREBBE MIRACOLOSO, in quella dimensione sarebbe del tutto naturale. In un’altra dimensione e’ possibile spaginare “il libro che comprende tutti i segreti della Natura e la storia della vita e dell’ esperienza umana” e, contemporaneamente avere una visione in grado di leggerla con uno solo sguardo, in un medesimo istante. Gli eventi letti appariranno, sì, contemporanei ( in quanto colti in quell’unico sguardo) ma insieme successivi (nel loro svolgimento). In questa dimensione al di fuori del tempo e dello spazio, ci troviamo di fronte ad una successione di eventi, passati, presenti e futuri, IN UN’UNICA VISIONECONTEMPORANEA. E questo TUTTO, così com’è compreso nell’ unità di una sola e medesima visione, è posto in atto da un solo e medesimo volere: DIO. LA MENTE DIVINA contempla simultaneamente tutti segreti della Natura, i fatti e gli avvenimenti della storia umana, ma senza determinarli, senza abolirne la liberta’. Ogni atto dell’uomo nel tempo e ogni accadimento della Natura non sono per nulla “scritti”, ma “si vanno scrivendo”, in contemporanea, in quell’eternità che è simultanea all’intera successione di ogni singolo evento. L’ AUTORE del romanzo della Vita, non è però, spettatore passivo della storia, ma anzi è parte integrante: QUI TUTTI SONO UNO, E DIO SIAMO TUTTI NOI. La storia degli uomini che viene scritta nel TEMPO, è libera e viva, in quanto NULLA vi è di PREDETERMINATO nel senso di precondizionato. L’ opera è scritta a più mani: a molte mani; la scriviamo tutti insieme, Creatore e creature. E’ un romanzo che L’AUTORE, in un certo modo, lascia ai suoi protagonisti, la libertà di scrivere la storia che ognuno vuol raccontare, senza seguire un copione già scritto. Ogni divenire, ogni passaggio temporale DAL FUTURO AL PASSATO SI FA, COMPRESENZA ETERNA. L’aveva capito benissimo Dante, Giordano Bruno, Roberto Benigni e chissà quanti altri di cui io non sono a conoscenza. L’aveva capito il Prof. Filippo Liverziani di cui ho fatto in questo scritto, un umile riassunto, tratto da uno dei suoi “Quaderni della speranza”. “Dio sarà tutto in tutti”(1Corinzi 15,28), l’aveva capito benissimo anche S. Paolo! PS: Mi scuso per le ripetizioni, ma sono dovute solo al fine di potermi esprimere con la massima chiarezza, in un argomento così astruso.
“UN GIORNO FARETE COSE PIU’ GRANDI DI ME”…Giovanni,14-12
Nel trafiletto, tratto da focus.It: Un mondo a quattro, o a più dimensioni , abbiamo letto, come si potrebbe tranquillamente entrare ed uscire da casseforti blindate, buncker atomici, essere invisibili e trovarsi in più luoghi contemporaneamente. Azioni, che NEL NOSTRO SPAZIO TRIDIMENSIONALE verrebbero denominate con l’appellativo di MIRACOLI O MAGIE. Spesso, mi è capitato di sentire chiamare in modo sprezzante CRISTO, come UN MAGO, UN CIARLATANO, L’ APPRENDISTA STREGONE…La natura divina di Cristo, fa sì, che i suoi miracoli si equivalgono alle qualità intrinseche di un mondo a più dimensioni, nel Vangelo Egli stesso dice: “Il mio regno non è di questo mondo; (Giovanni 18, 36). Gesù cambia aspetto e la Maddalena lo scambia per l’ortolano. (Giovanni 20,15). I due discepoli sulla strada di Emmaus, non lo riconoscono; (Marco 16,12- Luca 24,16) capiranno chi è, soltanto nel momento in cui Gesù spezza il pane. (Luca24, 31). Entra e appare all’improvviso, a Pietro e poi agli Apostoli, chiusi in casa con le porte sprangate per paura dei Giudei (Luca 24, 36; Marco16,14; Giovanni 20, 19). Otto giorni dopo ai discepoli riuniti, questa volta insieme a Tommaso, nella medesima casa di nuovo a porte chiuse, Gesù appare allo stesso modo. Per quanto appaia e scompaia e passi attraverso muri e porte chiuse, cambiando spesso aspetto, il corpo di Cristo risorto si rivela capace di assumere una forma concretissima e di agire nella normale maniera di un corpo fisico organico. Gli episodi di chiaroveggenza di Cristo, spesso raccontati nel Vangelo, come ad esempio, l’annuncio del tradimento di Giuda e la rinnegazione di Pietro, sono sempre collocabili, in quella dimensione atemporale, dove una successione di eventi, passati, presenti e futuri, sono COMPRESENTI. Cristo, potendo attingere continuamente alla fonte del PADRE, era in grado di avere queste rivelazioni con estrema naturalezza, anche se pregava incessantemente IL PADRE, prima di ogni miracolo o rivelazione. Come CRISTO-UOMO, egli doveva creare comunque un canale osmotico con il Padre, non essendo ancora stato GLORIFICATO attraverso la morte e risurrezione. I santi, sono strumenti nelle mani di Dio e sono plasmati dallo Spirito Santo, sono uomini e donne che si svuotano di ogni vizio, ego, passioni, per riempirsi di Dio, sono un tutt’uno con la preghiera e creano un canale anche loro, per ricevere le illuminazioni piu’ alte; alcuni riescono a compiere le stesse gesta di Cristo: la levitazione, come quando Cristo camminava sulle acque o l’Ascensione al Cielo, il digiuno prolungato (inedia), senza danni al proprio fisico, la bilocazione, la chiaroveggenza, ecc…Tutti questi fenomeni mistici, sarebbero normali qualità, in un mondo quadrimensionale, o a più dimensioni, al di fuori delle leggi della fisica a noi conosciute, e si coniugano perfettamente con una realtà Divina. Dio ovviamente, per testimoniare la Sua presenza attiva nel mondo, si avvale anche di persone comuni, donando loro dei carismi particolari come il linguaggio della sapienza, il linguaggio della scienza, il dono della fede, il dono della profezia, il dono del discernimento degli spiriti…S. Paolo 1° lettera ai Corinzi…Aveva detto giusto…”Un giorno farete cose più grandi di me”.
NELLA DIMENSIONE DI DIO, LA MENTE PLASMA LA MATERIA, È AUTONOMA E SOPRAVVIVE.
“Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia”. Giordano Bruno
Con la morte, il corpo cade in corruzione, ma il nostro “IO”, o “anima” sopravvive e va incontro a Dio. Nell’ aldilà, in assenza del corpo materiale, il pensiero domina e, con la sua creatività, plasma la materia, per cui l’ intelletto può immaginare qualunque cosa e contemporaneamente materializzarla…I sogni che facciamo abitualmente, non sono vividi e veritieri? Sognando, non vi sembra di vivere qualsiasi scena si presenti realmente, provando emozioni sia piacevoli che spiacevoli? Nell’altra dimensione è lo stesso, il Paradiso o l’Inferno, non sono LUOGHI, ma bensì, STATI MENTALI. Chi in vita si è macchiato di gravi negatività, vedrà riproiettate all’infinito nel proprio pensiero, solo che quelle immagini, ed è questo in sostanza l’Inferno che dovrà subire. All’opposto, chi ha seguito le leggi dell’amore, in tutte le sue più svariate sfaccettature, si circondera’ solo di pensieri positivi, per cui di riflesso, la mente proiettera’ solo immagini e sensazioni piacevoli, quali: gioia, felicita’ senza fine, pace, amore. Ed e’ questo, in parole povere il Paradiso. Dobbiamo imparare che non tutto è visibile e tangibile ai nostri occhi, per cui, asserire che cio’ che è invisibile ai nostri sensi limitati, non esiste, è irragionevole e supeficiale.
LA FEDE E LA RAGIONE SONO ENTRAMBI DONI DI DIO NEL TERZO MILLENNIO, FEDE E RAGIONE SI DEVONO CONIUGAREASSIEME
È necessaria un’ apertura mentale per poter parlare di Dio in questa epoca, come è necessario scrollarsi di dosso la paura che ogni parola dettata dalla chiesa, è parola del padreterno. Ogni tanto infatti, la chiesa fa revisionismo e ciò che affermava secoli fa, spesso e volentieri, annulla quelle dichiarazioni ad es.( il Limbo, i roghi, le streghe, le crociate, la comunione ai divorziati…ecc), di questo bisogna prenderne atto, poiché nelle altre religioni NON C’È mai revisionismo.
C’e’ in atto una scristianizzazione di massa, ciò significa che la chiesa Cattolica ha perso credibilità, soprattutto per via degli scandali che vengono a galla periodicamente. La sopravvivenza dopo la morte, a questo punto, diventa un cardine fondamentale, dove è possibile avvitare le nostre flebili fedi. Rimanere ancorati ad un passato infarcito di ritualismi, regole, paure, vendette divine, piagnistei NON fara’ altro che peggiorare questa emorragia di credenti in Dio. il Vangelo tradotto dal greco, significa: lieto annuncio, buona novella e così deve essere!!! In molti si rifiutano di credere, per via del pessimo esempio che ha dato la Chiesa, beh, voglio dir loro, che il Vaticano è un’ istituzione di uomini che possono sbagliare e che pagheranno amaramente per i peccati che hanno commesso, poiché chi si consacra a Dio, ha degli obblighi maggiori rispetto ad un laico; tutto entra nella COSCIENZA DIVINA...anche “il tonfo di una castagna in Autunno“, dice Benigni, figuriamoci il male compiuto! ALTRA COSA È DIO e non si può usare questo escamotage, come un modo per defilarsi o per rinunciare al trascendente.
Alcune nozioni sull’ aldilà condivise da illustri teologi moderni
Nell’ aldila’, l’anima si giudica da sè, capisce da sola i propri errori, non è Dio che castiga, come noi immaginiamo, ma anzi, gli angeli e gli spiriti piu’ elevati, agiscono affinché le anime impure, trovino, a poco a poco, la Luce di Dio. Purtroppo ci sono anche anime che si sono macchiate di gravissimi peccati in vita e che non riescono a pentirsi, rifiutando oltremodo e ostinatamente Dio.
Allontanarsi troppo dalla DIVINITA’ come sta accadendo in questa epoca, è come smettere di alimentarsi ad una sorgente d’acqua viva, l’ uomo s’ inaridisce e va verso il proprio annullamento. Ecco perché alle nuove generazioni è necessario parlare di Dio, in questi termini. Le generazioni odierne non sono fatte di pastori o di poveri pescatori analfabeti, oggigiorno la PAROLA è rivolta ad ingegneri, professori e anche senza titoli di studio, le generazioni odierne sono scolarizzate. Se il sole divino illumina scarsamente i nostri cuori, questo non è dovuto alla debolezza dei suoi raggi, Egli splende con tutta la Sua forza, sempre uguale a se medesimo; sono le sue creature imperfette che allontanandosi da Lui, non ricevono che deboli raggi. Ogni giorno scegliamo la vita o la morte, ogni giorno prepariamo un pezzetto di felicita’ o di disperazione, nell’altra dimensione.
Ecco l’importanza di prendere coscienza, di cambiare abitudini, se riteniamo che siano contrarie al bene. L’uomo non vive che un istante rispetto all’ universo, ma solo l’amore vissuto peserà sulla bilancia della vita. Questo nostro breve passaggio in questo mondo, non cadrà nel nulla, ma anzi proseguirà verso l’unica possibile direzione: l’Eternità. Dio è puro spirito, ed è inutile e dannoso per il nostro spirito, rivolgersi a statue o raffigurazioni sacre ( tra l’ altro vietatissime nelle Sacre Scritture), Dio è inimmaginabile, è come pretendere di mettere l’ oceano in un bicchiere, diceva S. Agostino. I nostri sensi limitati sono insufficienti per riuscire a comprendere ciò che può essere Dio. Ecco perché ridurlo ad una raffigurazione umana è fuorviante, per coloro soprattutto che hanno una scarsa preparazione verso il sacro. Dio è presente nei sacramenti e Gesù Cristo è il grande sacerdote che li amministra. Una religiosità immatura fa cadere l’ uomo nell’ idolatria delle immagini; chiede e prega la statua, anziché a Dio! Guardate con devozione al tabernacolo, è lì il nostro Dio o alzate gli occhi al cielo, poiché Egli è ovunque, ma non nella statua. Nessuno ricorda il vitello d’ oro che costruirono gli ebrei mentre Mosè era sul Sinai? Nessuno ricorda ciò che disse Dio in quel contesto?
Nel terzo millennio bisogna necessariamente pensare ad un DIO che si colloca nella metafisica, che è una scienza che non si può vedere, né toccare, ma tutti gli scienziati concordano sul fatto che esistono multi-universi, mondi paralleli, dimensioni di ogni ordine e grado e allora, come si può escludere Dio a priori? Come non puntare su una probabilità che oltre il nostro miope orizzonte, ci possono essere altri mondi, dove un Dio, vicino o lontano, a seconda del nostro credo, ci attende da sempre.
I DISCEPOLI DI EMMAUS
“Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture…”
Non mi sento un fenomeno e non profumo di santità, sono una persona qualsiasi, che dietro a tanti dispiaceri, un giorno decise di prendere in mano il Vangelo, in sostanza e senza saperlo, avevo pronunciato il mio SÌ, a DIO.
Da quel momento in poi, ho ricevuto tanti aiuti inaspettati di ogni genere: un ingegnere che mi spiegò lo spazio- tempo, un professore dell’ Accademia Pontificia che mi erudiva con i suoi scritti e pareri, un ciclo di formazione teologica e tanti libri di supporto, per capire versetto su versetto, il significato di ogni singola frase. È importante inoltre, fare silenzio interiore ed esteriore; non a caso i mistici si isolavano sulle alture e nei monasteri. A volte una frase mi rimbalzava in testa per giorni, finché non comprendevo il significato…come i discepoli di Emmaus: “mi si aprì l’ intelligenza alle Scritture”…
Questo lunghissimo e difficilissimo post, lo considero a tutti gli effetti,
IL MIO TESTAMENTO SPIRITUALE, FATTO DI FEDE E RAGIONE.
Il Signore possa aprirvi la vostra intelligenza alle Scritture…
Al popolo ebraico antico dava grande conforto il pensare che, se Dio puniva i loro peccati, avrebbe infine premiato anche i loro buoni comportamenti. Meglio sentirsi nelle mani di un Dio un po’ irascibile, un po’ vendicativo, aggiungiamo un po’ “strano”, che va fin troppo per le spicce, che non sentirsi in balia del caso, di una fatalità del tutto cieca. Un tipo di mentalità del genere è condivisa anche da molti di noi.
Nessun fiore nel giardino di Dio
Un giorno mi trovavo al cimitero, quando ho scambiato due parole con una signora che mi ha detto testualmente: “Che razza di Dio è, che manda un cancro, che ci fa ammalare e poi bisogna andare nei santuari a chiedere le grazie!”. Sono rimasta senza parole, perché la signora in questione, era talmente fuori strada che non sapevo come replicare. Poi, ripensando agli anni passati, mi sono ricordata che anche io provavo questi sentimenti di rancore versoDio.
È un pensiero comune credere che tutto è destino divino: Dio dà, Dio toglie,W Dio! Un luogo comune decisamente fuorviante che allontana l’ uomo dalla Divinità.
Dio “permette”, si dice, tutti i mali di questo mondo. Ha permesso due guerre mondiali, sofferenze e crudeltà senza numero, torture, eccidi, genocidi, e poi, anche in tempo di pace, tifoni, terremoti e calamità infinite di ogni genere. Quando ci tocca personalmente, la frase è bella che pronta: “Mio Dio, ma tu ce l’hai con me! E perché proprio con me? Che ti ho fatto?” Mi chiedo che male abbia fatto io per meritarmi quel castigo. Oppure la metto su un piano diverso: non è un castigo; è, all’opposto, un premio, comunque un beneficio. Come quando assistiamo ad un funerale con il prete che dal pulpito dice: “Quella persona era troppo buona e santa e pura per dover continuare a vivere su questa terra. Dio aveva bisogno di quel fiore e l’ ha voluto trapiantare nel suo giardino in Paradiso. Oppure: il destino di quella persona era ormai compiuto sulla terra. Dirò ancora, mescolandoci un po’ di Oriente, magari in pillole: il suo karma era esaurito, aveva fatto tutto quel che doveva fare, aveva imparato tutto quel che aveva da imparare, ora la sua missione è diversa e più alta. A chiudere il corollario, aggiungo una frase di S. Agostino che viene spesso citata nel funerale di turno: “non sappiamo perché c’è l’ hai tolto, ma ti ringraziamo per avercelo dato”. Ed è così, che come uno sciame d’ api, la gente scappa da un dio che in sostanza farebbe il macellaio!
Dio non causa il male
Le persone muoiono per delle disgrazie in cui Dio non c’entra nulla. Ed ecco che Egli si inserisce nella situazione di un male da Lui non voluto per trasformarlo in un bene, per ispirare una vocazione. Così Egli irrompe nella vita, finora forse un po’ banale, di una persona qualsiasi e trasforma quella donnetta, o quella buona signora niente di speciale, o quell’uomo grigio e mediocre, insuoi apostoli (come, del resto, lo stesso Gesù ha fatto con pescatori e pubblicani e altra “gente umanamente bassa”.
“Quella donnetta” di nome Giusy
Io stessa posso essere quella “donnetta” niente di speciale, che vedeva Dio come responsabile dei mali nel mondo. Dietro al dolore per la morte di mia madre e in seguito anche di mio padre, entrambi deceduti per il cancro, ha vinto il dolore e sono stata malissimo, portando con me cicatrici che non si cancelleranno mai. In seguito però, è sorto in me un desiderio che mai avevo avuto: conoscere le Sacre Scritture. Così, mi sono messa a studiare la Bibbia, giorno e notte, per decenni e con tanti aiuti inaspettati per aprirmi la mente sul trascendente. Queste sono le famose vie misteriose nel quale agisce Dio, chiamata anche Provvidenza. Ed ora eccomi qua, a scrivere su un blog trattati di Teologia pura, che mai e poi mai, avrei pensato di comporre. Posso davvero dire che senza l’ aiuto di Dio, non avrei mai potuto scrivere testi così complessi.
Il male non viene da Dio
Se un ubriaco investe un pedone e lo ammazza, possiamo incolpare DIO ? E dietro alla morte di quella persona, quanta sofferenza verrà causata? Il pedone perde la vita, i genitori di questa ipotetica persona, piangeranno per sempre questo figlio perduto, la moglie diventerà una vedova e i figli avranno perduto un padre…la propagazione del male può raggiungere livelli inimmaginabili. E l’ ubriaco? Beh, intanto ha ucciso una persona, gli verrà ritirata la patente, forse finirà in galera, perderà il lavoro…insomma il male diventa un concatenarsi di eventi drammatici, nel quale Dio non c’entra niente. Questa propagazione del male, invece, ricorda molto il peccato originale di S. Agostino.
Il libero arbitrio
Certe idee sbagliate vanno corrette con il passare dei secoli. Il male viene perché siamo mortali e non per volere di un Dio, che tira i fili del nostro destino. Non c’è nulla di prefissato, il libero arbitrio è uno dei più grandi dogma della Chiesa.
” Dio non ha creato la morte e non sirallegra per la fine dei viventi”.
“Dio è Signore della vita e non della morte”
“Dio e’ amore”
Questa è la chiave di lettura su cui ricominciare a ragionare. Basta con le frasi fatte, vuote, fasulle ed obsolete. C’è un grande bisogno di riprendere in mano la Bibbia o il Vangelo che è più semplice, sono tempi bui questi, il vero morto è Dio, nel cuore degli uomini.
Giusy Beatrice Lorenzini ♥️
Il prossimo articolo è difficilissimo, ma serve per sbarazzare la consuetudine di pensare a Dio come fosse un umano.
Sono sgomenta di fronte a questa notizia, non c’è mai fine al peggio. Poi, nella mia mente sono affiorati altre aberrazioni compiute dalla chiesa cattolica. Dante Alighieri nel 1300, già ci aveva buttato alcuni papi all’ Inferno: Celestino V, che si dimise.Bonifacio VIII, il suo grande nemico.E anche Niccolò III e Clemente V, «simoniaci». Nel corso dei secoli il corollario seguitò ad ingrandirsi con i roghi, le torture della “santa inquisizione”, le crociate, gli scandali di ogni ordine e grado; dalla pedofilia, ai fondi neri dello Ior e chi più ne ha, più ne metta. Adesso è arrivato il super -scandalo, quello che riguarda Pio XII, come racconta il giornalista Massimo Franco. Infatti sono stati ritrovati dei documenti in cui si attesta che il Papa era a conoscenza della Shoah, ed ha taciuto.
Un atto di una gravità assoluta, certo, i patti Lateranensi con Mussolini, avevano di fatto tappato la bocca alla chiesa, ma ciò non giustifica affatto il silenzio su un genocidio in atto di quella portata.
Papa Pacelli, alias Pio XII, potevascomunicare Hitler e invece ha taciuto. Il papa, è ha capo della chiesa cattolica mondiale, ciò significa che se solo avesse parlato al mondo, avrebbe salvato milioni di vite umane, avrebbe cambiato per sempre il corso della storia.
E così lo farebbero pure santo, visto che già è in corso la sua beatificazione! Santo, riusciamo a comprendere i danni incalcolabili che ha compiuto quest’ uomo? Riusciamo a comprendere quanti cristiani scapperanno a gambe levate da una Chiesa che da secoli, infanga il nome di Dio, anziché glorificarlo?
Io e i santi
È la mia opinione personale, ma la voglio scrivere: i santi non possono essere nominati dagli uomini.
A proposito di santi…
Dal libro dell’ Apocalisse 7,2-4.9-14
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.
Una moltitudine immensa…e da ogni parte del mondo! Chissà quante anonime persone sono vissute in santità, senza questo titolo dichiarato dalla chiesa! Nell’ Apocalisse di Giovanni, viene annunciato che i santi provengono da ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Il santo perciò può essere chiunque, ma la santità di ogni essere umano, la può conoscere solo Dio e nessun altro.
Non voglio ferire il credo di ognuno e parlo a titolo personale; non voglio neppure mancare di rispetto a chi è stato santo per davvero. Penso ad esempio a S. Francesco, un santo amato da tutti, ma ricordando la sua umiltà e adorazione per Dio, siamo sicuri che avrebbe voluto questo titolo donato da uomini, fino al punto di oscurare Dio stesso?
Il santo Spirito e la Chiesa Cattolica
La gerarchia ecclesiastica dichiara che la Chiesa Cattolica è sostenuta dallo Spirito Santo.
C’è un particolare da non sottovalutare: Il santo Spirito abbandona chi nel Suo Santo nome non produce frutto.
Siamo in piena apostasia ( abbandono della fede da parte dei fedeli), forse il santo Spirito ha già abbandonato da un pezzo “la santa sede” e chissà dove si poserà o già si è posato, poiché Gesù diceva: ” passeranno i cieli, passerà la Terra, ma le mie parole mai”…la storia della salvezza continua… anche se ancora non sappiamo come…
Perché hai taciuto?
Papa Giovanni Paolo II (anche lui santo subito), visitò Auschwitz e davanti a quegli orrori pronunciò una frase rivolgendosi a Dio: “Perché hai taciuto?”.
No, “San Giovanni Paolo II”, perché, VOI avete taciuto?
Un popolo che non ha memoria del passato, non può costruire il suo futuro.
VITA QUOTIDIANA II° parte
La sera in famiglia
La sera, la famiglia si riuniva sotto la flebile luce di un lumino ad olio e spesso venivano anche altre famiglie a passare la serata insieme. Le donne rammendavano i vestiti, anzi, è giusto chiamarli con il vero nome: stracci, stracci pieni di pezze. Mio padre mi raccontava che intorno al fuoco sentiva narrare storie di streghe, diavoli, fantasmi, fattucchiere, malocchi e si spaventava molto; il sacro e il profano si mischiavano dentro quelle povere mura. Le sere non erano tutte uguali, i contadini amavano stare insieme e s’inventavano ogni sera qualcosa, era quello l’unico momento in cui potevano rilassarsi un po’. A volte decidevano di ballare, spostavano la tavola e iniziavano a danzare a suon di organetto (una fisarmonica in versione più semplice), sotto lo sguardo vigile dei genitori, i ragazzi e le ragazze cominciavano ad avere i primi approcci.
Il rosario
Alcune sere venivano consumate recitando il rosario, mio padre mi raccontava che mettevano le sedie a cerchio e iniziavano il rito del rosario. A quei tempi la messa veniva recitata in latino e di conseguenza anche il rosario; ma quei poveri contadini analfabeti, sapevano a malapena l’ italiano, figuriamoci il latino! Così il rosario era un misto tra il dialetto locale ed il latino, mi faceva morire dal ridere il babbo, quando mi raccontava che circa a metà rosario, quella povera gente distrutta dalla fatica, cominciava a sonnecchiare e le parole si strascicavano ancor di più con lo stordimento del sonno, così la frase finale dell’ Ave Maria “adesso e nell’ora della nostra morte. Amen in latino, nunc et in hora mortis nostrae. Amen. Diveniva…hora mortis nostraeammen..mortisnostraeammen… nostrammme…stramme…mme… e di colpo la metà di loro s’erano addormentati!
Il Battesimo, l’agnello e il limbo
Il sacerdote per il Battesimo, pretendeva un agnello per ogni figlio e guai chiamare un bambino con un nome russo, era proprio vietato! Mio padre mi raccontava le tribolazioni dei nonni per racimolare i soldi per quel agnello e in più i nonni fecero otto figli, per cui…otto agnelli! La pressione psicologica, su quei poveri cristi era spaventosa, in quanto la Chiesa insegnava loro, che se un bambino moriva senza essere battezzato, finiva nel limbo, una zona d’ombra e preclusi dal Paradiso! A quel tempo la mortalità infantile era molto alta, pensate a quei genitori che oltre la perdita dei propri figli, dovevano subire anche il dolore che quei bimbi non fossero con il Signore. Solo da poco la Chiesa ha cambiato opinione a riguardo…meglio tardi che mai…
La decima
la Chiesa esigeva altro dai contadini: la decima. La decima era per l’appunto, la decima parte del raccolto, per cui ogni contadino doveva donare questo pesante onere alla curia di appartenenza. Facile a dirsi, ma il nonno e anche molti altri sventurati come lui, avevano già dato la metà del raccolto al padrone, per via della mezzadria, per cui togliere ancora una decima parte della metà, significava togliere pane dalla bocca di quei bambini affamati. Dico la verità, provo molto disgusto mentre scrivo, un detto antico recita: “chi semina vento raccoglie tempesta”. La scristianizzazione di massa odierna, è il frutto mortifero di questi deplorevoli comportamenti della Chiesa. Comportamenti che si sono accumulati nel tempo e in questa epoca moderna, hanno presentato il conto.
Le croci sui campi
Mio padre mi raccontava che un altro nemico da affrontare per chi lottava per la sopravvivenza, erano gli imprevisti che capitavano con il susseguirsi delle stagioni. Contro le ghiacciate o la siccità, c’era ben poco da fare; i contadini temevano molto anche la gradine che poteva distruggere il lavoro di un anno intero. A tal proposito, cominciarono a costruire croci di legno ponendovi sopra delle palme benedette, poi le mettevano in ogni campo di grano, cercando così, nella loro fede genuina e semplice, un rifugio in Dio. Con le croci e le palme benedette, entriamo in lotta contro il male, un esorcismo contro le avversità, un rito scaramantico”. Sì, pur di sopravvivere, l’uomo anche nella più cupa disperazione, ha bisogno di QUALCUNO o QUALCOSA a cui aggrapparsi. E pensare che basterebbe solo volersi un po’ di bene fraterno e tante persone raggiungerebbero facilmente la felicità, senza riti scaramantici o propiziatori.
Ferro e il rame alla Patria
E arrivò anche questo momento, mio padre mi raccontava, che i simpatizzanti del fascio si aggiravano per le case a chiedere il ferro e il rame per fabbricare fucili e cannoni per la guerra. Prima le fedi, ora il ferro. Nel mio paese fu sdradicata l’inferriata della fontana in piazza, molti contadini furono derubati di tutto e, tutto, significa ad esempio, le brocche di rame che usavano per l’approvvigionamento dell’acqua, e non c’era la plastica in soccorso in quell’epoca! Mio padre mi raccontava, che come si sparse la voce, i contadini fecero delle buche profonde e vi interrarono più roba possibile: macchine da cucire, ferri da stiro, brocche, persino il cibo e il corredo, perché quando passavano i delegati del Duce, si portavano via tutto. La pazzia degli uomini e delle ideologie guerrafondaie è senza fine! Pretendere di fare la guerra, con le brocche e i ferri da stiro…E poi ci incazziamo degli zingari che rubano il rame ai cimiteri…
La storia ha un unico compito: raccontarla in verità
Un popolo che non ha memoria del passato, non può costruire il suo futuro.
“VITA QUOTIDIANA”
Mio nonno si chiamava Paolo, mia nonna si chiamava Pasqua. Io non ho memoria di loro, morirono quando ero ancora molto piccola… ma mio padre mi raccontava…
Nonno Paolo
Nonno Paolo era reduce da sei anni di guerra in Libia, tanto per ricordarci il nostro bel passato colonialista! Chi visse in quel periodo storico, si trovò in un incubo senza fine: condividere la propria vita e quella dei propri figli, con la guerra. Mio padre mi raccontava che il nonno lavorava giorno e notte. Di giorno nei campi, di notte, si alzava verso le tre del mattino e andava nel bosco a tagliar legna. Non aveva paura del buio, aveva paura di quelle bocche da sfamare! La legna la raggruppava in tante fascine, riempiva il carro e le portava in paese. Ad attenderlo c’era la fornaia per cuocere il pane e c’erano anche i paesani, che prendevano volentieri la legna del nonno per scaldarsi, in cambio lui riceveva qualche soldino; una boccata d’ossigeno vitale per quella famiglia! Prima di tornare a casa il nonno si fermava a bere un bicchiere di vino all’ osteria, un bicchiere di vino in quello stomaco vuoto…in quel corpo debilitato, faceva subito effetto…nonno Paolo si ritrovava così in un batter d’occhio ubriaco, alticcio e parlava, parlava, parlava… male del fascismo. Già, ma alcuni udirono quelle parole e una notte le camicie nere arrivarono sotto casa. “Paolo scendi, ti dobbiamo parlare!”. Ma Paolo sapeva come andavano le cose e non scese. Le camicie nere con otto bambini dentro casa, non ebbero il coraggio di salire a pestarlo (anche perché in paese tutti sapevano chi erano, per cui non avrebbero trovato consensi tra la gente), quei figli quella volta gli salvarono la vita.
Nonna Pasqua
Nonna Pasqua era piccola di statura, magra, magrissima, tanto che non poteva stare troppo seduta: i glutei erano scomparsi e le ossa del bacino battevano sulla sedia, procurandole dolore. Nonna, era assorbita dalle immani fatiche giornaliere: il lavoro nei campi, trovare il modo di nutrire quelle creature, lavare il bucato con la cenere ( lo so sembra in inverosimile, ma era l’ unico sapone che l’ arte di arrangiarsi aveva offerto loro).
C’era tutta una procedura per trasformare la cenere in sapone. Per prima cosa si faceva bollire la cenere con l’acqua, bollendo l’ acqua a poco a poco si ritirava e si ricavava una sostanza densa, simile ad una glassa, chiamata nel dialetto locale “ranno”. Con quella sostanza si faceva il bucato e si lavavano i capelli tutta la famiglia..,mio padre mi raccontava che i capelli venivano pulitissimi e morbidissimi; shampoo e balsamo, due in uno!
Nonna trasportava sopra quelle minute spalle, fasci d’erba per nutrire gli animali; mio padre mi raccontava che nonna, quando era prossima al parto, appoggiava il fascio d’erba in terra e con una disarmante naturalezza andava a partorire, in casa, nel proprio letto e con il filo sulla spalliera per legare l’ ombelico del nascituro, dopo aver reciso il cordone ombelicale. A distanza di pochi anni nacquero otto bambini in quella casa; una cosa inverosimile al giorno d’oggi! E tra l’altro, voglio sottolineare che le donne lavoravano duramente anche un attimo prima di dare alla luce un figlio.
La messa della Domenica
La domenica, nonno Paolo e nonna Pasqua andavano a messa. Nonna era religiosissima, possedeva una fede pura e semplice, Dio esisteva, punto e basta. Si mettevano l’abito “buono” (l’unico che possedevano) e partivano alle sette del mattino per la prima messa; a piedi naturalmente, lungo una strada sterrata e distante circa tre chilometri da casa.
La fede nuziale
Un giorno durante l’omelia, il sacerdote invitò le coppie sposate a cedere le proprie fedi nuziali alla Patria. Nonno Paolo e nonna Pasqua, uscirono turbati da quella Messa. Donare alla Patria l’ unico oggetto prezioso che possedevano: il loro pegno d’amore!
Arrivarono le camicie nere anche in cima alla collina a prendersi, ciò che NON SPETTAVA LORO, ma nonna questa volta non ascoltò il prete, disse loro, che con quella povertà non possedevano le fedi. I fascisti se ne andarono; nonna aveva nascosto le fedi, brava nonna!!!!!
Finito il fascismo, mio padre mi raccontava che ritrovarono in alcune case, damigiane piene di fedi, anziché di vino! Che vergogna, rubare ai poveri, è un peccato che non può essere perdonato, sia dagli atei che dai credenti.
La Chiesa Cattolica, nel 1929 stipulo’ con Mussolini, I Patti Lateranensi; in pratica si acconsentì che la religione Cattolica, divenisse religione di stato e di conseguenza fu introdotta anche nell’insegnamento scolastico. I Patti Lateranensi, contengono molte altre numerose clausole, che ora non sto ad elencare. Dietro a questi patti, anche la Chiesa doveva cedere su certi voleri del Duce, per cui si spiega in modo evidente la richiesta di donare le fedi alla Patria, di quel sacerdote.