Invochiamo il Santo Spirito affinché ci illumini nella comprensione dell’Apocalisse di Giovanni
“VIENI SIGNORE GESÙ” CAP. 22, 12-13
12 «Ecco, sto per venire e con me avrò la ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere. 13 Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine.
Col v. 12 echeggia nuovamente la voce di Gesù che fa, una lunga dichiarazione basata sulla certezza della sua irruzione nella storia a sostegno dei giusti, a loro ricompensa ma anche condanna del male. La venuta del Cristo giudice e salvatore segna quasi una linea di demarcazione: da un lato, il grano e dall’ altro, la zizzania, distinti e visibili, mentre ora sono confusi e mescolati.
Gesù si presenta come la prima e l’ ultima lettera dell’ alfabeto greco (alfa e omega), sottolineando così, che tutto ha avuto inizio attraverso Lui e tutto avrà fine in Lui. v. 13
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”.
“VIENI SIGNORE GESÙ” CAP. 22 – 10,11 APOCALISSE DI GIOVANNI
“VIENI SIGNORE GESÙ” CAP. 22 10-11
10 Poi mi disse: «Non sigillare le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. 11 Chi è ingiusto continui a praticare l’ingiustizia; chi è impuro continui a essere impuro; e chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo si santifichi ancora».
L’ angelo che ha reagito al tentativo di adorazione di Giovanni continua a parlare e ordina all’ autore dell’ Apocalisse di non mettere sotto sigillo l’ opera, cioè di aprirla a tutti e divulgarla. Contrariamente a quanto hanno creduto molti secoli, l’ Apocalisse non contiene un messaggio criptico e oscuro, destinato a una setta esoterica e proteso verso un orizzonte remoto e indecifrabile. Essa è destinata a tutti perché apre gli occhi sul tempo vicino, che non indica il tempo cronologico della fine del mondo, ma il tempo intimo e profondo che viviamo e che è colmo delle nostre opere: esso è condotto da Dio verso un fine, una metà che il libro svela v. 10.
L’ Apocalisse è, dunque, un libro destinato a tutti, al giusto per trovare stimolo per crescere nel bene, ma anche all’ empio che resterà purtroppo indifferente e continuerà a ostinarsi nel male. v. 11
Questo è il mio fioretto di oggi
Dunque l’ Apocalisse è, per ordine di Dio, un libro aperto a tutti…. E come mai allora, non la conosce nessuno? Non a caso, all’ inizio dell’ Apocalisse, Gesú si rivolge anzitutto alle sette Chiese per rimproverarle… chi ha orecchie intenda! Tutto ciò, mi ripaga del grande sacrificio che ho fatto per portare a termine questo scritto e, spero tanto, che nel mondo qualcuno lo legga!
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”
8 Io, Giovanni, sono quello che ha udito e visto queste cose. E, dopo averle viste e udite, mi prostrai ai piedi dell’angelo che me le aveva mostrate, per adorarlo. 9 Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo; io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. Adora Dio!»
Giovanni interloquisce ora, come all’ inizio dell’ Apocalisse. In un certo senso egli fa scendere il sipario sulla rappresentazione della Gerusalemme celeste, in attesa che essa, si compia nel futuro atteso. I suoi occhi sono pieni di stupore, di bellezza e di luce ed egli sembra quasi apporre la firma al suo libro che ha raccolto quella visione. Le sue ginocchia sono tentate-come era già accaduto in 19,9-20- di piegarsi in adorazione all’ Angelo che gli ha svelato e interpretato la visione, mostrandogli il significato profondo. Ma la reazione dell’ angelo è pronta, anche in questo casi: al centro della rivelazione e dell’ adorazione c’è solo Dio col suo Cristo. Non bisogna mai scambiare i riflessi con la sorgente della luce, non si devono mai confondere i messaggeri col loro sovrano.
E ancora una volta si ribadisce che i cristiani sono come angeli e i profeti di Dio, attraverso la consacrazione battesimale e la loro testimonianza. vv. 8-9
Questo è il mio fioretto di oggi
Guai, a chi attribuisce poteri, a forze inferiori o devianti, se non a Dio! La fuorviante dottrina cosiddetta “New Age”, attribuisce poteri straordinari agli angeli, che invece, come abbiamo appena letto sono solo dei messaggeri. Guai, a qualsiasi setta che adora falsi dèi. L’ Apocalisse ha spiegato in ogni modo la fine che faranno gli adepti alle arti magiche, a chi devia il culto predisposto al solo Dio, a chi pratica l’ idolatria, a chi sceglie la Bestia, al posto di Dio.
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”.
6 Poi mi disse: «Queste parole sono fedeli e veritiere; e il Signore, il Dio degli spiriti dei profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra poco». 7 «Ecco, sto per venire. Beato chi custodisce le parole della profezia di questo libro». 8 Io, Giovanni, sono quello che ha udito e visto queste cose. E, dopo averle viste e udite, mi prostrai ai piedi dell’angelo che me le aveva mostrate, per adorarlo. 9 Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo; io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. Adora Dio!» 10 Poi mi disse: «Non sigillare le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. 11 Chi è ingiusto continui a praticare l’ingiustizia; chi è impuro continui a essere impuro; e chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo si santifichi ancora». 12 «Ecco, sto per venire e con me avrò la ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere. 13 Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine. 14 Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte della città! 15 Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna. 16 Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese. Io sono la radice e la discendenza di Davide, la lucente stella del mattino». 17 Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni». E chi ode, dica: «Vieni». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita. 18 Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; 19 se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell’albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro. 20 Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!» Amen! Vieni, Signore Gesù! 21 La grazia del Signore Gesù sia con tutti.
Siamo oramai giunti all’ ultima pagina dell’ Apocalisse. Così com’era iniziata, l’ opera finisce conducendo all’ interno di un’ assemblea liturgica ove si dipana una specie di dialogo.
A iniziare il dialogo, è l’ angelo “interprete”, una figura caratteristica della letteratura apocalittica, colui che aveva aveva presentato la nuova Gerusalemme v. 6. Ma ecco che, proprio per confermare questa frase, entra in scena Gesù stesso che ripete quella frase di speranza che era già apparsa in apertura del libro – nel settenario delle lettere (2,16; 3,11; vedi anche 3,20)- che diverrà poi il leit-motiv della finale: “Ecco io verrò presto!”.
Segue, forse ancora sulle labbra dell’ angelo la sesta beatitudine dell’ Apocalisse, destinata a chi terrà vive le parole di speranza di questo libro v. 7. Esse sono come una “lampada” che brilla in luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei nostri cuori “. 2Pietro1,19.
Questo è il mio fioretto di ieri e di oggi
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. “Gianfranco Ravasi”
IL FIUME E L’ALBERO DELLA VITA CAP. 22,5 APOCALISSE DI GIOVANNI
IL FIUME E L’ ALBERO DELLA VITA CAP. 22,5
5Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.
Si attua finalmente l’ annunzio delle beatitudini di Gesù: “I puri vedranno Dio”.
I giusti sono davanti a Dio nella gioia di un dialogo che nulla potrà spezzare. La notte si è dissolta per sempre, la tenebra, segno del male, non striera‘ più il cielo nuovo di Gerusalemme, il freddo e la paura non attanaglieranno più i cuori.
Ora però, si aggiunge un particolare di grande rilievo: la luce è quella che emana Dio stesso. La creatura è quasi fasciata e avvolta dall’ abbraccio trasfigurante di Dio. È la Pasqua universale radiosa. E tutti condivideranno il potere regale divino come era stato annunciato anche dal profeta Daniele, la fonte biblica dell’ Apocalisse: “I santi dell’ Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per secoli e secoli”. ( Daniele 7,18).
Questo è il mio fioretto di oggi e la fine del capitolo.
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l ‘ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”
APOCALISSE DI GIOVANNI CAP. 22,3-4 IL FIUME E L’ALBERO DELLA VITA
IL FIUME E l’ ALBERO DELLA VITA CAP. 22, 3-4
3E non vi sarà più maledizione. Il trono di Dio e dell’Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; 4vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte.
Giovanni ci ricorda che in quell’ area non c’è nessun interdetto o anatema, perché tutti ammessi e possono varcarne la frontiera, a differenza di quanto accadeva per il settore sacro e invalicabile di Sion v. 3. La’ c’è Dio ci attende sul trono e, accanto a lui, c’è l’ Agnello Cristo. Tutt’ attorno si radunano i fedeli per celebrare la perfetta liturgia di adorazione v. 4.
Questo è il mio fioretto di oggi
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l ‘ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”.
PS. ERRATA CORRIGE: Avevo scritto precedentemente che questo sarebbe stato l’ ultimo capitolo, invece non è così, c’è n’è ancora altro, mi era sfuggito!
IL FIUME E L’ ALBERO DI VITA CAP. 22, 1-5 APOCALISSE DI GIOVANNI
IL FIUME E L’ ALBERO DELLA VITACAP. 22, 1-2
1Mi mostrò poi un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. 2In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.
3E non vi sarà più maledizione. Il trono di Dio e dell’Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; 4vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte. 5Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.
Il viaggio intorno e dentro la città santa, meta ultima e approdo gioioso del fiume della vita, giunge in finale davanti a un fiume. È questo l’ ultimo riquadro del grandioso affresco della Gerusalemme celeste dipinto a partire dal precedente capitolo. La descrizione del fiume costeggiato da alberi si ispira a una pagina affascinante di Ezechiele (47,1-2) che dovrebbe essere letta come ideale commento al passo dei vv. 1-2
Dal tempio di Gerusalemme del futuro il profeta vede fluire un ruscello che, scendendo verso il deserto, l’ avrebbe fatto pullulare di pesci e di vita. Acqua e albero carico di frutti sono simboli classici di felicità ma anche di giustizia e comunione con Dio.
Ma, al di là della prodigiosa fecondità degli alberi ora descritti, capaci di fruttificare ogni mese (ritorna la simbologia del dodici) e della loro energia terapeutica, c’è nell’ oasi paradisiaca della città santa un albero non registrato nei manuali dì botanica, l’ “albero della vita”: il rimando è il giardino dell’ Eden (Genesi 2,9; 3,24) ove questa “pianta teologica” – alloravietata all’ uomo – incarna a quell’ immortalità che adesso è offerta al giusto perché viva sempre col suo Dio nell’ eternità Beata.
È suggestivo che la Bibbia inizi e si concluda con questo segno del destino dì gloria che possiamo perdere ma, che è sempre disponibile a chi segue le vie di Dio.
Questo è il mio fioretto di oggi e di ieri
EZECHIELE 47, 1-2
1 Mi condusse poi all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. 2 Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. 3 Quell’uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia. 4 Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l’acqua: mi giungeva ai fianchi. 5 Ne misurò altri mille: era un fiume che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non potersi passare a guado. 6 Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo?». Poi mi fece ritornare sulla sponda del fiume; 7 voltandomi, vidi che sulla sponda del fiume vi era un grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra. 8 Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orientale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. 9 Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono, risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il fiume, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».
Questo capitolo della Bibbia fu scritto dal profeta Ezechiele, all’ incirca 800 anni prima della venuta di Cristo. I profeti sono uomini pervasi dal Santo Spirito con il quale Dio si è manifestato al mondo con visioni sul futuro veritiere, eccezionali, inconfutabili e che si sono in seguito, tutte realizzate. Quando qualcuno mi chiede “le prove” per credere, ( anche se la conversione è opera di Dio), io rispondo: “Leggete la Bibbia, fatevi spiegare, approfondite, meditate e lasciatevi guidare dal Santo Spirito, sarà Lui a insegnarvi ogni cosa”.
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”.
27Non entrerà in essa nulla d’impuro, né chi commette orrori o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello.
Nel finale del capitolo si ha una nota negativa, una specie di formula di esclusione dalla città santa e dalla sua anagrafe v. 27. L’ ingressoè vietato a tre presenze che cadono sotto l’ interdetto divino. Attraverso il linguaggio sacrale, si vuole evocare quanto è fuori dall’ area santa, ma non in senso rituale bensì morale.
È espulso dalla città santa, chi commette abominio, empietà, infamia e, infine, chi pratica la menzogna: è già noto che con questa terminologia si fa riferimento all’ idolatria che è il peccato più grave riscontrato in tutta la Bibbia.
Ora nella città – tempio si ha una comunità tutta consacrata; il male della Bestia è esorcizzato; l’ unica liturgia è quella dell’ Agnello. L’ anagrafe della Gerusalemme nuova coincide con gli elenchi del “libro della vita”, apparso nelle mani del Giudice finale: lì sono segnati i nomi degli adoratori del Dio vivente.
Questo è il mio fioretto di oggi e la fine del capitolo
Beati coloro che sono segnati in quel libro
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”.
LA GERUSALEMME CELESTE LA CITTÀ SANTA CAP. 21, 23-26
LA CITTÀ SANTA CAP. 21, 23-26
23La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. 24Le nazioni cammineranno alla sua luce, e i re della terra a lei porteranno il loro splendore. 25Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, perché non vi sarà più notte. 26E porteranno a lei la gloria e l’onore delle nazioni.
La “pittura” della Gerusalemme nuova e perfetta si fa luminosa vv. 23-24 e l’ autore si affida a un canto di Sion elaborato dal terzo Isaia CAP. 60….. “Il sole non sarà più luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla su di te. Marceranno i popoli alla tua luce…. il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore”.
Finiranno le barriere, cadranno i reticolati, si elimineranno le frontiere, saranno cancellate le proprietà, le porte delle case saranno sempre aperte nell’ ospitalità e quelle della città accoglieranno flussi di pellegrini da tutti i popoli, proprio come aveva profetato Isaia cap. 60e 2,1-5.
In Gerusalemme si avrà un raduno universale delle nazioni che vi confluiranno come in un pellegrinaggio universale, recando i loro doni specifici in un abbraccio di fraternità e di pace vv. 24-26
Questo è il mio fioretto di oggi
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”.
APOCALISSE DI GIOVANNI CAP. 21, 21-22 LA CITTÀ SANTA
LA CITTÀ SANTA CAP. 21, 21-22
21E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta era formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.
22In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio.
Con fantasia l’ Apocalisse immagina che le porte della città santa siano di madreperla, ma tratte da un’ unica immensa perla, mentre la piazza che si apre al centro urbano è un’ unica immensa perla, mentre la piazza che si apre al centro urbano è un’ unica lastra d’ oro puro che riflette la luce come cristallo v. 21. È un’ immagine di splendore estremo : Gerusalemme è un tesoro inestimabile, l’ unico che resiste a tignola, ruggine e ladri, come diceva Gesù (Matteo 6, 19-21).
La descrizione prosegue con una caratteristica a prima vista sorprendente nella Gerusalemme celeste non ci sarà nessun tempio v.22. Facile, però, è comprendere il significato di questa assenza: tra Dio e l’ uomo non ci sarà più nessuna mediazione. L’ incontro sarà allora diretto e assoluto perché Dio sarà con noi e noi diverremo il suo tempio vivo in cui egli è il suo Cristo si rivelano e operano.
Allora si attuera’ in pienezza l’ annuncio di Paolo secondo cui noi “siamo il tempio di Dio e lo Spirito abita in noi”. La comunione piena è la metà ultima dell’ uomo secondo l’ Apocalisse, le distanze con Dio e le barriere divisorie crolleranno e cederanno il passo all’ intimità.
Questo è il mio fioretto di oggi
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”.