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25 NOVEMBRE
25 NOVEMBRE, GIORNATA CONTRO IL FEMMINICIDIO.
SCRIVO DA DECENNI, NON SO NEMMENO COSA DIRE ANCORA…
Ogni anno mi sono prodigata a raccontare questi fattacci atroci, finché ho capito che non serve a niente. In primis, posso dire che questa ferocia si compie da quando l’ umanità esiste. In secundis, queste violenze sistematiche avvengono in soggetti privi di emozioni, senza alcun freno inibitore, senza coscienza. Il nucleo dove si snodano questi efferati omicidi in sostanza, sta tutto lì.
Sono convinta che la cultura del bene e del rispetto, andrebbero imparate già dall’ età prescolare in sù . I genitori bisogna dirlo, hanno una notevole colpa nel crescere i propri figli. Essi li fanno crescere (in molti casi), senza impartire loro dei sani “no”. “No”, significa che non si possono assecondare tutti i capricci, “no”, per fare capire che non si può ottenere qualsiasi cosa si desideri, “no”, perché ciò che è male, è male e non diventerà mai “un quasi bene”. Questi “no” benedetti, saranno salvifici nel futuro, quando da adulti dovranno sfidare i duri scogli della vita, come ad esempio, quando finisce un rapporto d’ amore. Quel “no”, insegnato da bambino, fermerà quel coltello che può colpire la donna sventurata di turno. Quei “no” insegnati sia dai genitori che dagli educatori scolastici, avranno forgiato l’ uomo, reso più forte di fronte al dolore, compreso quello di un abbandono coniugale o altro. Con una cultura del bene, si sviluppa la cosiddetta “coscienza” e sarà proprio questa che impedirà di compiere stragi feroci su donne, da parte di questi uomini dannati, individui vuoti, privi di ogni sentimento e amore. Questi piccoli uomini affermano di farlo per il troppo amore, no, mi dispiace, questo è un inganno, l’ amore è altra cosa.
Giusy Beatrice Lorenzini ❤️