Genesi 2,15 Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
NON MERITIAMO QUESTO PIANETA…. La bellezza sconvolgente della nostra casa terrestre, non fa altro che farmi raggelare, di fronte al male che GLI facciamo e CI facciamo. L’ abbiamo incendiata, scavata e depredata di ogni risorsa. L’ abbiamo inquinata e avvelenata; abbiamo portato la SUA flora e fauna, quasi all’ estinzione. Non esiste nel mondo una specie spregevole, come la razza umana. La natura si vendica e il male torna indietro. Mangiamo pesce con residui di plastica, carne cresciuta in allevamenti intensivi e contro natura. L’ aria è avvelenata, come i vegetali che mangiamo, anch’essi cresciuti a suon di pesticidi e terreni inquinati. Il cancro è il nostro salario. Aveva ragione la piccola Greta, quando ha smosso le masse con le sue manifestazioni contro queste aberrazioni, ma ben presto, l’ hanno messa a tacere. Serve una presa di coscienza collettiva, serve non abbassare la guardia. Ciò che è successo in Germania, accadrà ancora e ovunque, poiché oramai è evidente che abbiamo sconvolto anche il clima. Dio disse all’ uomo di coltivare la Terra come un giardino; ma non viene ascoltato né lui, né Madre natura. Aspettatevi il peggio, perché il male torna indietro, non una volta, ma due o anche tre. Giusy Lorenzini ❤️
20 Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!» Amen! Vieni, Signore Gesù! 21 La grazia del Signore Gesù sia con tutti.
“VIENI SIGNORE GESÙ” CAP. 22,20-21
20 Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!» Amen! Vieni, Signore Gesù! 21 La grazia del Signore Gesù sia con tutti.
Per la terza volta entra in scena Gesù ed è l’ ultimo dialogo con la comunità dei fedeli. v. 20 In questa estrema, appassionata invocazione: “Amen!VieniSignore Gesù!” si può intuire l’ eco (trasferita in greco) di un’ antica giaculatoria aramaica delle prime comunità cristiane. La prima invocazione potrebbe essere così formulata: Marana’ tha’, “il Signore è venuto!”. È la professione di fede nell’ Incarnazione, cioè la venuta storica di Cristo nel mondo, nella salvezza già offerta e in azione.
La seconda lettura che si può dare a questa frase invece, potrebbe essere così: ” Marana’ tha’,” Signore vieni!”,, ed è proprio la resa dell’ Apocalisse che, pur essendo certa della prima venuta di Cristo nella storia, attende l’ ultima e perfetta, a sigillo dell’ essere intero.
Potremmo dire che l’ intreccio dei due significati, nasconde la gioiosa certezza che il Signore è venuto già in mezzo a noi, ma anche l’ attesa che egli venga per dare pienezza a tutto l’ essere ed è per questo che gridiamo : Marana’ tha’, “Signore vieni!”.
Prima di chiudere questo libro, diamo uno sguardo alla città di Gerusalemme, attraverso le parole di un Monaco benedettino del Xii secolo rimasto anonimo.
…. “La città di Gerusalemme è posta nelle altezze celesti. Suo costruttore è Dio. Dio è l’ unico fondamento, come lui è il fondatore, Dio, l’ Altissimo che l’ ha fondata. Unica è la via di tutti i suoi abitanti ; unica è la pace che vedono; unica, è la luce che vedono; unica è la sorgente a cui attingono, beati senza fine. E tutto questo è Dio, che è tutto in tutte le cose…. La città è, vede, ama… Questa città non ha bisogno della luce del sole, perché Dio onnipotente Onnipotente la illumina. La sua fiaccola è l’ Agnello di Dio senza macchia, mandato dal Padre nel mondo come vittima e salvezza…. Egli ha fatto uscire i prigionieri dal lago infernale privo di acqua, trionfando dinanzi a loro mentre li introduceva con sé nel suo regno. È bellissimo d’ aspetto, desiderabile allo sguardo… È re pacifico e il suo volto è desiderato dalla terra intera. È il propiziatorio per i peccatori, l’ amico dei poveri , il consolatore degli afflitti, il custode dei piccoli, il dottore dei semplici, la guida dei pellegrini, il redentore dei morti, il coraggio dei combattenti, il generoso rimuneratore dei vincitori”.
L’ Apocalisse di Giovanni è terminata e questo è il mio ultimo fioretto
È stato un grande dibattimento spirituale raggiungere questa meta, ora è tempo che mi dedichi un po’ a me stessa… Nella vigna del Signore c’è sempre da lavorare, ed è per questo che so che ricomincerò, magari con meno frequenza, magari in maniera più soft, il Signore non chiede più di quello che siamo in grado di dare.
Che i 215 semi che ho gettato a terra, diano buon frutto
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”.
18 Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; 19 se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell’albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro.
All’ improvviso una solenne attestazione, che sembra essere posta in bocca a Cristo, pone il sigillo dell’ autentificazione. vv. 18-19.
Questa è in pratica, la vera, ultima conclusione dell’ Apocalisse, una specie di sigla finale, prima che lasci spazio alla preghiera definitiva dell’ assemblea.
La consapevolezza che si ha di essere in presenza di un’ opera ispirata da Dio è attestata in modo esplicito. Essa dev’essere conservata fedelmente; non è lecito usarla per altri interessi, adulterarla, manipolarla, adattarla, violentarla, banalizzarla, come purtroppo è accaduto…. e accade nella sua interpretazione. Altrimenti, da parola di salvezza si trasforma in parola di giudizio. La tradizione giudaica usava una curiosa espressione per indicare i libri ispirati da Dio: essi “sporcano le mani” di chi le manipola. Non ti lasciano le mani neutre come prima, lasciano segni indelebili nella vita.
Questo è il mio fioretto di
Domani la fine del capitolo e dell’ Apocalisse
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”.
16 Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese. Io sono la radice e la discendenza di Davide, la lucente stella del mattino». 17 Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni». E chi ode, dica: «Vieni». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita.
Le parole di Gesù sono sugellate da una stupenda autopresentazione che segue a una conferma solenne del messaggio dell’ Apocalisse come rivelazione divina. v. 16. Egli si definisce col titolo messianico di “radice-germoglio del trono di Davide. Il filo d’ oro della storia della salvezza ha in lui l’ origine e la fine.
Ma Cristo è anche è anche la stella più scintillante che brilla in cielo.
Il dialogo a questo punto, si fa serrato. L’ assemblea si anima e reagisce in modo gioioso e quasi frenetico. La parola dominante “è venire”, che rende fremente l’ attesa proclamata dalla Sposa, la Chiesa, animata dallo Spirito di Dio, un’ attesa che è ripresa dai singoli fedeli con la stessa invocazione “vieni!”. v. 17
Questo è il mio fioretto di oggi
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi “Apocalisse”.
“VIENI SIGNORE GESÙ” 22,14-15 APOCALISSE DI GIOVANNI
“VIENI SIGNORE GESÙ!” CAP. 22, 14-15
14 Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte della città! 15 Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna.
È una beatitudine, la settima e ultima dell’ Apocalisse, dopo quelle di 1,3; 14,13; 16,15; 19,9; 20,6; 22,7- destinata a coloro la cui esistenza è stata purificata e santificata: si usa l’ immagine, forse con risonanze battesimali, della tunica o veste lavata, come per gli eletti. v. 14
D’ altro lato, ecco coloro che non potranno varcare le porte della Gerusalemme nuova e non si ciberanno dei frutti dell’ albero della vita, cioè dell’ intimità divina, come sarà per i giusti. Essi sono classificati in sei categorie: sono i cani, titolo usato nell’ Antico Testamento per i sacerdoti dei culti idolatrici e simbolo di impurità. Seguono i maghi, i prostituiti, gli assassini, gli idolatri e i menzogneri v. 15
È una sequenza maligna ed emblema di perfezione (il numero “sei”!) che ha come filo conduttore l’ idolatria, la falsa religione, sorgente di ogni depravazione.
Giusy Lorenzini ❤️
Scritto con l’ aiuto del libro del card. Gianfranco Ravasi, “Apocalisse”.