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PERCHE’ SI FESTEGGIA IL 25 APRILE?
https://youtu.be/cBesCvBzXfw
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/24/il-25-aprile-dovremmo-festeggiarlo-in-classe/2665729/
IL 25 APRILE SEGNA LA FINE DELL’OCCUPAZIONE DAI NAZIFASCISTI E LA LIBERAZIONE DAL VENTENNIO DI DITTATURA FASCISTA.
Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate; parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi[3], assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti[4], incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.
«Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi
Entro il 1º maggio tutta l’Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 23 aprile) e Venezia (il 28 aprile). La Liberazione mise così fine a venti anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra; la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l’avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica – consultazione per la quale per la prima volta furono chiamate alle urne per un voto politico le donne – e poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.
Il termine effettivo della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all’esercito alleato, si ebbe solo il 3 maggio, come stabilito formalmente dai rappresentanti delle forze in campo durante la cosiddetta resa di Caserta firmata il 29 aprile 1945: tali date segnano anche la fine del ventennio fascista.
VADO, DOVE MI PORTA IL CUORE…
-Foto tratta dal Web-Strage di Marzabotto-
La strage di Marzabotto è un crimine contro l’umanità e uno dei più gravi crimini di guerra contro la popolazione civile perpetrati dalle forze armate tedesche in Europa occidentale durante la seconda guerra mondiale. Nel 1994 il Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto, fondando soprattutto sui dati delle anagrafi dei Comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, ha dimostrato come il dato relativo ai caduti riferito in questo e in altri testi vada diversamente considerato e messo in relazione a un più ampio territorio. Infatti gli eccidi compiuti da nazisti colpirono i tre comuni durante l’estate-autunno 1944 e causarono complessivamente la morte di 955 persone: in particolare la strage nazista del 29 settembre – 5 ottobre 1944 fu causa di 770 morti. Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi ebbero poi anche 721 morti per cause varie di guerra; da qui il dato complessivo accertato dal Comitato Onoranze: 1676 decessi per mano di nazisti e fascisti e per cause di guerra.
« Questa è memoria di sangue, di fuoco, di martirio, del più vile sterminio di popolo, voluto dai nazisti di von Kesselring, e dai loro soldati di ventura, dell’ultima servitù di Salò, per ritorcere azioni di guerra partigiana”.
Salvatore Quasimodo
–Civitella-Val di Chiana-
Al mattino del 29 giugno, in occasione della festività dei Santi Pietro e Paolo, il centro di Civitella era pieno di persone. Molti non si erano recati nelle campagne o nei boschi per lavorare, restando così a casa o andando a Messa. La Chiesa di Santa Maria Assunta, a Civitella, era colma di fedeli, giunti anche dalle altre frazioni del comune.
Improvvisamente dal comando tedesco partirono 3 squadroni: uno destinato a Cornia, l’altro a San Pancrazio e un terzo, il più grande, si riversò nel centro di Civitella. I tedeschi irruppero nelle case, aprendo il fuoco sugli abitanti a prescindere dal sesso o dall’età. L’episodio più truce si consumò nella chiesa, mentre si stava celebrando la Messa. Entrati nell’edificio sacro, i tedeschi divisero i fedeli in piccoli gruppi. Quindi, indossati grembiuli mimetici in gomma per non sporcarsi di sangue, li freddarono con dei colpi alla nuca. Il sacerdote don Alcide Lazzeri, in quanto religioso, sarebbe stato risparmiato dai tedeschi, ma scelse di condividere la sorte degli sfortunati parrocchiani.
Compiuta la strage, i tedeschi incendiarono le case di Civitella, provocando così la morte anche di coloro che avevano disperatamente tentato di salvarsi nascondendosi nelle cantine o nelle soffitte. Solo pochi abitanti riuscirono a salvarsi dal massacro. L’orrore di quel giorno fu percepito anche nelle campagne circostanti, specie nelle frazioni a valle: qui, nonostante la distanza, furono ben udite le grida disperate e ben visto il fumo delle case in fiamme. Alla fine si contarono 244 morti: 115 a Civitella, 58 a Cornia e 71 a San Pancrazio. Fonte: Wikipedia
NON DIMENTICATE CHE CIÒ È STATO
Ricordatelo ai vostri figli, in casa, per strada, ovunque..
VADO DOVE MI PORTA IL CUORE ❤️
Auguro che sia così anche per voi
Giusy Beatrice Lorenzini ♥️